Foto: Radio Capodistria/Fifaco
Foto: Radio Capodistria/Fifaco

La foto di un santo stretta al petto, un rosario nel pugno. Si presentava così alle manifestazioni in piazza Unità l'ex consigliere comunale Fabio Tuiach, figura conosciuta dell'universo No Green Pass e No Vax che gravita a Trieste.

Era presente al Varco 4 quando fu sgomberato dagli idranti e dai lacrimogeni della polizia, tra l'altro accusò proprio i getti d'acqua di avergli provocato l'infezione da Covid, dalla quale è da poco guarito, ed era costantemente presente alle varie proteste che si sono tenute nel capoluogo giuliano. Ma propri i baldanzosi comizi gli sono costati il posto di lavoro.

L'Agenzia per il lavoro portuale del Porto di Trieste (Alpt) ha licenziato l'ex pugile perché nonostante fosse assente dal lavoro perché ufficialmente in malattia, avrebbe tenuto un comizio pubblico, con tanto di foto e video a dimostrarlo.

Tuiach si è giustificato spiegando che era uscito negli orari consentiti dalla legge per chi a causa malattia è costretto in casa, ma l'agenzia per cui lavorava è stata decisamente di diverso avviso.
L'ormai ex portuale ha quindi affermato: "Ho cinque figli, mia moglie è commessa part time: andremo a mangiare alla Caritas" ed ha aggiunto: "Mi vogliono distruggere. Lavoro in porto da quando avevo 18 anni: ora farò valutare la mia posizione da un avvocato e spero la situazione si risolva quanto prima consentendomi di tornare a lavorare in porto", concludendo con le parole: "La lettera so che è arrivata a qualcun altro. È assurdo non possiamo scioperare, è dittatura. Spero che crolli tutto. Non mi resta che pregare, andando a recitare il rosario in piazza dell'Unità".

Ma oltre al licenziamento gli viene contestato anche il danno d'immagine: durante le proteste aveva sempre addosso il gilet giallo con il nome della ditta.

Davide Fifaco