La foto di famiglia in Piazza Unità, con tutti i rappresentanti delle delegazioni, ha chiuso la prima giornata di lavori del G7 istruzione in corso a Trieste, città che ha vissuto disagi tutto sommato contenuti per i blocchi stradali in centro dovuti alle misure di sicurezza del vertice.
Per tutto il giorno i rappresentanti dei sette paesi più industrializzati, affiancati dalle delegazioni di organizzazioni internazionali come Unione Europea e Unione Africana, ma anche di paesi come l’Ucraina e il Brasile, prossimo organizzatore del G20, si sono confrontati sul futuro dei sistemi scolastici, in particolare sul modo di valorizzare i talenti dei giovani, e su una scuola, ha detto in una breve dichiarazione il ministro italiano dell’istruzione e del merito, Giuseppe Valditara, che sia sempre più legata al mondo del lavoro e all’impresa. C’è stata, ha detto, "Una straordinaria coincidenza di valutazioni", con "una generale concordia sulla necessità di valorizzare i talenti di ogni giovane, una forte condivisione della personalizzazione di formazione e istruzione e su un rapporto molto stretto tra scuola e mondo del lavoro, in particolare tra mondo tecnico e professionale, tra scuola e mondo dell'impresa".
È stato anche affrontato "il tema della valorizzazione della professione dei docenti” accanto alla gestione dell'intelligenza artificiale, una grande opportunità che va governata, e che deve aiutare a valorizzare l’intelligenza umana.
Grande interesse ha suscitato anche l’intervento del rappresentante dell’Unione africana, che ha lanciato l’allarme per la sofferenza del sistema dell’istruzione nel continente. “Ho lanciato l’idea – ha detto Valditara - grande piano per l'istruzione che coinvolga i paesi del G7 per l'Africa. Sono rimasto particolarmente impressionato dalla testimonianza che è in Africa mancano 17 milioni di docenti: è una cifra drammatica, una cifra che ha colpito tutti noi, e dobbiamo impegnarci in una seria e forte cooperazione”.
Domani è prevista la firma del documento finale e la conferenza stampa dei ministri, anche se non tutti i responsabili del settore nei vari governi sono giunti a Trieste. Fra i rappresentanti del G7, oltre a Valditara, sono presenti i ministri di Stati Uniti, Gran Bretagna e Giappone, mentre gli altri paesi e organizzazioni hanno mandato, sottosegretari, ambasciatori o funzionari.
Poco dopo la fine dei lavori si è svolta anche una manifestazione di protesta, un’assemblea pubblica battezzata “G7 distruzione”, organizzata da sindacati come i Cobas scuola o la Cgil, organizzazioni politiche e sociali, che contestano la filosofia di fondo del G7 e l’idea di scuola e istruzione proposta.
“L’istruzione – ha detto Davide Zotto dei Cobas Scuola - non è una merce come il G7 vuol far vedere: sembra che siano l'economia e il mercato del lavoro a decidere cosa bisogna fare a scuola. Noi siamo per una scuola libera dai condizionamenti economici, per una scuola dove si fa cultura, dove si favorisce il pensiero critico, dove s’impara a parlare e a dialogare, non una scuola che ti deve preparare per il lavoro, che verrà dopo. Piuttosto – ha concluso - la scuola deve insegnare che i lavoratori e le lavoratrici hanno diritti, hanno diritti soprattutto in tema di sicurezza, argomento di cui in questo G7 non si parla”.
Alessandro Martegani