Un anno di tempo per raccogliere un milione di firme e dire basta all’uso di ogni forma di violenza nella gestione dei flussi migratori e nel controllo delle frontiere.
È l’iniziativa lanciata in settimana, anche da Trieste, dall’organizzazione “Stop Border Violence”, che punta a bloccare le violenze ai danni dei migranti denunciate quotidianamente lungo i confini dell’Unione europea e all’estero.
L’Iniziativa dei Cittadini Europei, denominata “Art.4 Stop tortura e trattamenti disumani alle frontiere d’Europa”, partirà il 10 luglio: gli organizzatori si sono dati anno di tempo per raccogliere un milione di firme in tutti gli Stati membri dell’Unione Europea, con l’obbligo di raggiungere una quota minima in almeno sette paesi e sostenere l’iniziativa davanti alla Commissione Europea.
Nonostante l’associazione non abbia finanziamenti pubblici o appoggi istituzionali, hanno fatto sapere gli organizzatori, “nei mesi preparatori abbiamo registrato l’interesse e la partecipazione di numerosi individui, associazioni, e realtà territoriali di vario genere che in tutta Europa lavorano da anni per migliorare le condizioni di chi scappa dal proprio paese in cerca di dignità, trovandosi comunque privato dei diritti umani fondamentali”.
“Contro la grancassa mediatica e trasversale dei populismi che alimentano narrazioni razziste e xenofobe – hanno aggiunto - c’è una popolazione silente che lavora quotidianamente affinché vengano rispettati i più elementari principi umanitari che sono alla base delle principali carte costituzionali dei paesi democratici”.
L’organizzazione chiederà al Parlamento europeo, con il sostegno delle firme, di adottare norme per giungere all’effettiva applicazione dei principi sanciti nell’art. 4 della Carta dei Diritti fondamentali della UE, secondo cui “Nessuno può essere sottoposto a tortura, né a trattamenti disumani e degradanti”. L’obiettivo è bandire l’uso di ogni forma di violenza nella gestione dei flussi migratori e nel controllo delle frontiere europee, e all’interno dei paesi terzi, come Libia o Turchia, con i quali le istituzioni europee o gli stati membri hanno stretto accordi, prevedendo sanzioni in caso di inottemperanza agli obblighi stabiliti.
Le firme saranno raccolte principalmente in modalità digitale, attraverso il link bit.ly/SBV.
Alessandro Martegani