Il capo dello stato, Pahor, ha deciso di non proporre un mandatario per guidare un esecutivo fino alla scadenza naturale della legislatura e martedi prossimo i deputati prenderanno atto di tale scelta ad una sessione straordinaria. Scatterà quindi il termine di 14 giorni entro il quale i parlamentari stessi potranno proporre un mandatario, il che appare improbabile. Il passo successivo spetterà nuovamente a Pahor, con lo scioglimento della Camera di Stato e l'indizione delle elezioni. Considerati i termini di legge, si terranno a fine maggio o inizio giugno. In questo lasso di tempo l'attività parlamentare sarà comunque intensa, con diverse sessioni straordinarie, tra cui una incentrata sul riconoscimento della Palestina come stato indipendente. Il partito Sinistra ha infatti raccolto 27 sottoscrizioni di deputati - ne sarebbero bastate 23 - per richiederne appunto la convocazione. Ad appoggiare l'iniziativa deputati del Centro moderno del premier dimissionario Cerar, quelli del Partito dei pensionati, oltre che del proponente partito Sinistra e il parlamentare indipendente Matjaž Hanžek. Il dibattito sul riconoscimento dello stato palestinese dura da diverso tempo e si è intensificato negli ultimi mesi, in particolare dopo la decisione degli Stati Uniti di riconoscere Gerusalemme come capitale di Israele. Il tema è stato affrontato in sede di governo e dal Comitato Esteri, che dovrà tornare a riunirsi prima dell'esame in Aula, per una approfondita analisi degli effetti e delle possibili conseguenze di questo passo. Intanto il Parlamento sta portando a termine la sua ultima sessione ordinaria; oggi affronta in prima lettura la proposta di legge sul cosiddetto "euro culturale", per portare a termine alcuni programmi urgenti nel campo della cultura, garantendo oltre 122 milioni di euro aggiuntivi nel periodo 2020-2026.