Tempo di bilanci per il sindaco uscente di Capodistria Aleš Bržan che ha confermato l’intenzione di candidarsi per un secondo mandato alla guida del capoluogo della regione. “La decisione è stata presa qualche mese fa”, ha spiegato Bržan che ha detto di voler proseguire il percorso intrapreso quattro anni fa quando scelse di scendere in campo per “normalizzare il comune”. Un cammino che deve guardare oltre l’orizzonte che si stagliava all’alba del suo primo mandato, che è stato segnato da alcuni avvenimenti straordinari, in primis la pandemia.
Bržan rivendica il lavoro portato avanti della sua amministrazione, ammettendo di aver fatto come accade a tutti alcuni errori, ai quali, però, ha detto si è sempre cercato di rimediare. "Il dialogo" secondo lui è stato fondamentale e su questo ha promesso di voler basare anche il suo lavoro futuro sia a livello locale sia a livello nazionale.
Tre i problemi principali che dovranno essere affrontati nei prossimi anni. Per prima cosa, dopo la crisi idrica causata dalla siccità che ha colpito la regione questa estate, sarà fondamentale dare una risposta concreta e stabile alla questione dell'approvvigionamento idrico; vista la situazione internazionale bisognerà poi lavorare per incrementare ulteriormente la possibilità di poter contare su fonti energetiche autonome e infine aumentare il verde in città con una politica ambientale mirata a ridurre l’impatto della cementificazione selvaggia, della quale oggi si vede chiaramente la ricaduta sulla qualità della vita dei cittadini.
Bržan ha dichiarato anche che sarà fondamentale portare avanti alcuni progetti infrastrutturali, tra i quali la costruzione di un tratto di autostrada da Capodistria a Dragonia, tenendo logicamente conto di quelli che saranno i pareri degli abitanti dell’area.
Nei prossimi giorni, quando saranno chiari i suoi possibili sostenitori e partner politici, dovrebbe essere ufficializzata la sua candidatura alla guida di Capodistria, alla quale secondo i media ambiscono anche un altro ex sindaco Boris Popović,Patrik Greblo, Igor Colja, Danijel Sertič e Peter Bolčič.
Barbara Costamagna