È stata una festa per tutto il paese con la sede comunitaria gremita di persone che hanno voluto ricordare i sette decenni di quella che è il fulcro sociale, il centro culturale per tutta Gallesano. “Il vostro sodalizio è una ricchezza, una casa che ha unito e continua a unire generazioni”, ha dichiarato nel suo intervento di saluto il sindaco di Dignano, Claudio Vitasović, mentre per il console generale d’Italia a Fiume, Paolo Palminteri, entusiasmante la visione dell’affetto che collega i gallesanesi alla loro CI.
“Una Comunità che può essere presa da esempio per l’impegno, l’amore, la dedizione, la professionalità e modestia che ha nel mantenimento delle tradizioni locali e dell’identità italiana”, ha affermato il presidente dell’UI, Maurizio Tremul, mentre il vicepresidente del Parlamento croato e deputato al seggio specifico della CNIFurioRadin, ha rilevato di sentirsi fiducioso perché serate come questa lo riempiono d’orgoglio.
“Mi fanno capire che la nostra esistenza non dipende dai finanziamenti bensì dall’amore che abbiamo per la nostra cultura, le nostre tradizioni, la nostra identità”, ha detto Radin aggiungendo che “se un giorno dovesse avverarsi la malaugurata ipotesi di un taglio dei contributi che sostengono le attività della nostra minoranza, essa continuerebbe a esistere, a vivere, respirare e a dimostrare la propria italianità”.
“La conservazione della nostra identità è obiettivo prioritario dei gallesanesi; orgogliosi del nostro antico idioma, il dialetto istrioto, della nostra tradizione folcloristica, delle particolarità gastronomiche”, ha ricordato la presidente del sodalizio, Diriana Delcaro Hrelja, che ha ringraziato tutti gli attivisti del passato e del presente ricordando l’ottima collaborazione con l’asilo e la scuola ma anche con la municipalità che dimostra grande sensibilità nei confronti degli impegni comunitari.
E se il folclore e il coro misto sono il fiore all’occhiello della “Armando Capolicchio” numerose sono le altre sezioni che la tengono aperta 365 giorni all’anno: dai gruppi di ballo alla ceramica, dal corso letterario alle filodrammatiche e poi i gruppi sportivi, le attività sociali e quelle rivolte ai giovani. Ed è soprattutto ai giovani che è rivolta l’attenzione della dirigenza.
“Il passato rappresenta la base, costituisce le fondamenta, i pilastri del nostro essere ma il nostro impegno è proiettato al futuro”, ci ha dichiarato al termine della serata Pietro Demori, presidente dell’Assemblea comunitaria orgoglioso dei tanti giovani inclusi nelle attività del sodalizio. “Sono loro ad indicarci la strada a suggerirci il percorso che li porterà qui tra altri 20, 30 o 50 anni a ricordare che esistiamo ancora”, hanno affermato all’unisono Pietro Demori e Diriana Delcaro Hrelja.
Di Lionella Pausin Acquavita