In Istria, si susseguono i dibattiti inerenti allo sviluppo intersettoriale della penisola organizzati dalla Regione Istriana per ricordare i 30 anni di autonomia regionale. Così nei giorni scorsi Dignano ha ospitato un meeting su agricoltura e allevamento mentre a Umago si è parlato di turismo. Due settori importanti e interconnessi si è sentito dire in entrambi gli incontri. La penisola è meta turistica ma grazie alla qualità del vino, dell'olio d' oliva, di prosciutto, formaggio e altri prodotti viene riconosciuta oggi come destinazione enogastronomica e culturale. Introdotto da Ezio Pinzan, assessore all'agricoltura, alla pesca e al patrimonio forestale, l'incontro dignanese ha evidenziato alcuni capisaldi e fatto emergere i punti deboli. Tra i primi la costituzione, 30 anni fa, dell'AZZRI, l'Agenzia per lo sviluppo rurale che ha portato alla tutela della capra e del bue istriano e alla valorizzazione dei prodotti a loro legati, ma anche a tutta un'altra serie di specialità autoctone quali ad esempio il tartufo nero e bianco. I problemi sono legati invece principalmente ai cambiamenti climatici e alla necessità di garantire fonti irrigue sicure. "Due sistemi, che oggi garantiscono l'irrigazione di migliaia di ettari, sono stati realizzati e siamo stati ancora una volta esempio per la Croazia, perciò proseguiremo su questa strada", si è sentito dire a Dignano.
Al dibattito di Umago invece tutti concordi della crescita qualitativa del settore turistico. Al mare e al sole, l'Istria ha saputo aggiungere altri contenuti che la rendono attrattiva per tutto l'anno. "È necessario però fare attenzione poiché l'edilizia aggressiva e la costruzione di cosiddetti appartamenti turistici rischia di distruggere quanto finora raggiunto", è stato detto a Umago dove sostenibilità è stato il termine più ripetuto. La sfida maggiore sembra essere legata proprio ad uno sviluppo turistico responsabile ed equilibrato che confermi l'autenticità dell'Istria e le sue peculiarità legate ai paesaggi, alla natura, alle tradizioni e alle persone che qui vivono e lavorano.
Lionella Pausin Acquavita
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