L’inserimento della lingua italiana, accanto al croato e allo sloveno, nel procedimento di tutela e di etichettatura congiunta dei prodotti tipici istriani figura tra gli obiettivi dell’Unione Italiana che ha intrapreso una campagna di sensibilizzazione nei confronti delle autorità di Lubiana e Zagabria e della quale ha informato pure le rappresentanze diplomatiche italiane nei due paesi. All’indirizzo dell’UI è arrivata una prima risposta da parte del Ministero dell’Agricoltura croato che specifica come l’iter per la protezione dei prodotti - regolata da normative nazionali e UE - e di conseguenza quella dei nomi di prodotti con marchio di qualità europea può essere avviata solamente dal gruppo di produttori che intende tutelare prodotto e denominazione. “Sostanzialmente emerge che, se ci sono gli estremi per proteggere e registrare il prodotto, il competente ministero croato e in seguito l’UE lo tutelano con la denominazione di chi avanza la proposta” spiega il presidente dell’Unione Italiana, Maurizio Tremul e aggiunge: “Se ad esempio la dicitura proposta sarà miele istriano in sloveno e croato così sarà registrato, naturalmente se il prodotto corrisponde ai criteri”. Non ci dovrebbero essere quindi impedimenti di sorta per una denominazione trilingue se questa viene richiesta dalla base e anche perciò l’UI intende ora rivolgersi ai produttori delle tipiche specialità enogastronomiche istriane con la proposta di tutela e registrazione sloveno-croato-italiana.
“La risposta arrivata da Zagabria è importante poiché dimostra che siamo sulla buona strada e che dobbiamo perseguire nel percorso di sensibilizzazione che cerchiamo di promuovere assieme a tutti gli altri soggetti che in questo territorio operano per il rispetto del bilinguismo e la valorizzazione della pluralità etnica, culturale e linguistica” ha affermato ancora Maurizio Tremul. “L’UI continuerà a muoversi nel perseguimento del suo obiettivo consapevole che si tratta di un percorso che ha bisogno di tempo e della creazione di quanto maggior consenso, ma stiamo andando nella direzione giusta” ha concluso il presidente dell’Unione Italiana che in un precedente intervento ha sottolineato: “Se l’italiano è lingua ufficiale nell’Istria slovena e croata mi sembra normale, naturale e ovvio che questi prodotti tipici abbiano una dicitura trilingue”.
Lionella Pausin Acquavita
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