“Al momento non abbiamo nessuna decisione ufficiale”, afferma il primo cittadino di Buie ammettendo che comunque l’allarme è alto anche perché i vari percorsi di razionalizzazione sono iniziati tutti così in sordina per poi abbattersi sui servizi e i diritti, sulla qualità della vita e la sicurezza. “Chiudere la Stazione di polizia di Buie sarebbe deleterio perché oltre che a interrompere un’istituzione presente da settant’anni sul territorio, si andrebbe a intaccare un’unità che svolge attività di controllo nell’ambito della sicurezza stradale, di frontiera, investigativo-criminalistica ma anche nel rilascio di documenti come Carte d’identità, passaporti, patenti e certificati di residenza”, racconta il sindaco con il pensiero rivolto pure a quei cittadini degli altri comuni come Portole e Grisignana che gravitano su Buie.
“Una decisione inaccettabile e senza senso”, ha affermato nei giorni scorsi il presidente della Regione istriana, Fabrizio Radin, invitando il ministro Božinović a rivedere i propri incartamenti mentre dai banchi parlamentari la deputata cittanovese, Katarina Nemet, ha fatto presente che con la solita scusa del risparmio, che poi invece si rivela un aumento delle spese, si vanno a colpire le aree più virtuose. “Infatti, oltre che al danno ci sarebbe anche la beffa poiché andrebbero chiuse le stazioni che non registrano un grande numero di casi e reati”, conferma Fabrizio Vižintin sostenendo che “la statistica è positiva proprio grazie alla presenza sul territorio, delle forze dell’ordine”.
“Forze dell’ordine che da 25 anni ormai svolgono un lavoro importante nella lotta all’immigrazione clandestina ed hanno un ruolo di primo piano nella tutela delle frontiere non solo croate, ma anche di quelle dell’Unione Europea”, aggiunge il sindaco di Buie ricordando che la Stazione di polizia della sua città e quella di Pinguente controllano – da Castelvenere alla Ciciaria - tutti i confini terrestri della Regione istriana. Per non parlare dei valichi di Plovania/Sicciole e Castelvenere/Dragogna che registrano il più alto numero di transiti del Paese con, nel 2019, più di 19 milioni di passaggi. “Se si vuole tagliare, razionalizzare, risparmiare lo si faccia, ma lo si faccia altrove”, il messaggio di Fabrizio Vižintin condiviso – potremmo dire - dall’Istria intera.
Lionella Pausin Acquavita