Eduard Belsky, pittore ucraino e isolano d'addozione, vive nella cittadina istriana da anni con la moglie, l'artista Katja Burlina, come alcune decine di suoi connazionali. Assieme all'imprenditore Stanislav Piesniev hanno organizzato una campagna di raccolta di beni di prima necessità. Tempestivo il sostegno del Comune di Isola che ha messo a disposizione uno spazio per la raccolta in via Gregorčič 12, a fianco al Centro per oggetti riutilizzabili della municipalizzata “Komunala”, e della locale Croce Rossa. Essendo in costante contatto con i propri parenti in Ucraina costretti a cercare riparo nei rifugi, hanno stilato un elenco dei beni più necessari. Cibo a lunga conservazione, acqua, prodotti igienici, medicinali, pannolini. “Una nostra conoscente ha partorito in un rifugio”, spiega Belsky. Non si raccolgono fondi e vestiario, salvo forse indumenti molto caldi. Servono piuttosto sacchi a pelo, coperte, sedie a sdraio e simili. Si dice preoccupato per le persone, soprattutto per i suoi cari, i suoi genitori vivono nella zona di Chernobyl, mentre la suocera è a Kiev. Grazie alla tecnologia riescono a tenersi in costante contatto dai rifugi. Organizzare il tutto non è stato difficile grazie all'attività di importazione di caffé da Trieste in Ucraina ben avviata dell'imprenditore Piesniev e il suo socio a Kiev. Gli organizzatori stimano che i primi aiuti partiranno da Isola entro la settimana e non saranno i soli. Le campagnie umanitarie in tutto il Paese stanno avendo un grande successo.
Intanto grazie all'era digitale e i social, la comunicazione agevolata riesce a salvare delle vite, come ci ha confermato Juliana Semenova, una nomade digitale che vive tra Costarica, Canada e Croazia. Dopo il suo appello, infatti, i suoi famigliari, arrivati in Romania, hanno trovando accoglienza presso i suoi follower.
Maja Cergol