Nella giornata di martedì in Croazia sono stati registrati ben 64 morti e 6.670 nuovi contagi a fronte di poco più 15.500 tamponi con un’incidenza, dunque, di quasi il 50%. Nonostante l'aumentato interesse alla vaccinazione, registrato in questi ultimi giorni, i dati parlano di un tasso relativamente basso di immunizzati che si aggira sul 51% della popolazione complessiva ovvero il 61 di quella adulta. Aumentano la pressione sugli ospedali che hanno in cura 1.433 pazienti positivi di cui 323 in terapia intensiva.
Nella Regione istriana, nonostante il centinaio di test in meno del giorno precedente, è in aumento il numero dei positivi: 182 contro i 165 di ieri. All’ospedale di Pola, che segnala la morte di una persona, sale a 69 il numero degli ospedalizzati di cui 14 collegati al respiratore. “Assicurati 25 posti letto in più poiché le attuali capacità ricettive con una novantina di posti letto sono occupate all’80%”, ha affermato la direttrice del nosocomio regionale, Irena Hrstić, che ha aggiunto: “Non siamo sicuri che basteranno visto l’alto numero di contagi giornalieri e il sempre più difficile quadro clinico di alcuni ammalati”. La responsabile ha evidenziando nella carenza del personale medico-sanitario il problema maggiore. Al momento i Covid positivi sono sistemati nel reparto per le malattie infettive, in un’ala di quello di psichiatria e nel reparto di chirurgia giornaliera. In quest’ultimo sono state sospese temporaneamente le attività ordinarie “e lo stesso potrebbe accadere pure in altri comparti”, ha spiegato ancora Irena Hrtsić, rilevando che “un piano è già stato elaborato ma si spera di non doverlo attuare poiché il funzionamento normale è prioritario per assicurare tutela sanitaria ai pazienti regolari”. Un diritto per il momento sospeso per chi aveva programmato un intervento minore e da "day hospital” dove si allungano dunque le liste, mentre rimangono invariate almeno per il momento quelle negli altri reparti.
Lionella Pausin Acquavita