Gestire in modo efficace i flussi migratori, proteggere le frontiere esterne è da molti anni una delle priorità dell'UE. Ciò che spinge le persone a lasciare il proprio paese e sportarsi verso determinate nazioni del centro Europa, sono i più disparati da quelli sociopolitici o demografici a quelli economici o ambientali. Il flusso di migranti interessa anche la nostra regione, ovvero il nostro comune, quello di Capodistria e pare inarrestabile. I migranti lungo la marcia della speranza si spogliano di buona parte dei propri averi. Abbiamo raccolto la testimonianza del collega di Tv Capodistria, Damian Fischer, che abita a Paugnano (Pomjan), paese interessato dai flussi migratori. Fischer ha deciso di raccogliere e pulire quando abbandonato dai migranti perché, come sostiene, si è sentito in dovere di radunare i resti di un'identità. "La curiosità giornalistica mi ha portato a dare un'occhiata; perché lasciano, abbandonano i documenti, perché vengono strappati i passaporti. Mi sono reso conto che facevano riferimento a persone che arrivano prevalentemente dal Bangladesh, dal Pakistan, dall'Afghanistan, tantissimi dalla Turchia. Nel caso della Turchia mi interrogo sul fatto che possano essere curdi. Allora perché strappano questi documenti? Perché sanno benissimo che se vengono identificati, per alcuni paesi per il quale è previsto ovviamente il reintegro, vengono poi rispediti in questi paesi e per questo decidono di spogliarsi della loro identità, non solo degli indumenti che vengono abbandonati zuppi perché devono anche guadare un fiume per arrivare da questa parte. Il discorso poi della richiesta d'asilo, consente a chi è privo di un documento identificativo di asserire, di provenire dai paesi per i quali poi è previsto invece lo status di profugo, e quindi poi di trovare una collocazione in un paese dove va a cercare una nuova vita".
Il numero di persone che migra, che scappa, tende a crescere quanto più lungo e cruento diventa il conflitto nel Paese d'origine o quanto più grave e la crisi anche ambientale delle sue terre e altresì quanto più si protraggono nel tempo situazioni di insicurezza. Un flusso continuo anche in Istria, ancora Damian Fischer. "L'afflusso è continuo e me ne rendo conto da molto tempo, saranno almeno da due anni. Ci sono dei periodi soprattutto nei mesi più caldi nei quali questa frequenza, questo flusso è sicuramente più ampio, ci sono tantissime più persone. Ci accorgiamo dall’alto numero di questi bivacchi, ci siamo accorti anche dei passeur che arrivano, quando, dove e come funziona. Bazzicando questi luoghi da podista ho anche ricostruito questo percorso. Sono flussi che sono destinati, a mio avviso, ad aumentare, per la questione geo-politica che comunque conosciamo ma anche soprattutto perché penso ci sia anche la volontà, da parte delle forze dell'ordine, di non intervenire troppo perché le conoscono, sanno perfettamente dove passano, poi comporta una mole di lavoro in aggiunta. Non è che ne faccio una colpa, ma in quel caso, queste persone, verrebbero poi bloccate e rispedite in Croazia, in Bosnia e più giù. Forse anche per questo motivo, per evitare di avere tanti problemi in aggiunta burocratici, se vogliano anche dal punto di vista umano, allora decidono di non intervenire per ogni cosa".
La popolazione come percepisce, come reagisce a questo flusso di migranti? Fischer - "La gente ha paura anche se, sempre più, mi dicono di averne incontrata qualcuna di queste persone e sul momento avevano un po' paura ma poi si rendevano conto si trattava di persone esauste per il viaggio, di persone stravolte dalla situazione nella quale si trovano, persone impaurite per cui, anche questo approccio, soprattutto per chi è entrato in contatto con queste persone penso che stia cambiando soprattutto a livello di paese, del paese appunto dove si trovano ad attraversare".
Corrado Cimador