L'ordigno esplosivo era finito di recente nelle reti del pescatore locale Danilo Latin che ovviamente non l'ha trainato nel porto di Salvore, ma sganciato in mare a 200 metri dalla costa. Una sistemazione temporanea, come ci ha precisato lo stesso pescatore, che ora sollecita la sua rimozione in quanto la mina rappresenta pur sempre una minaccia alla sicurezza sia dei naviganti, dei pescatori e d'estate dei bagnanti. La soluzione del problema è il traino al poligono militare di Marlera presso Lisignano nel sud dell'Istria dove vengono fatti brillare tutti gli ordigni in condizioni di sicurezza. E visto che nessuno finora si è mosso in questo senso, Latin ha inviato sollecitazioni alla Regione istriana, all’Unità antiterroristica del Ministero degli Interni, nonché' al direttore dell'Ente turistico regionale Denis Ivošević e ad altri destinatari. "Mi hanno risposto „così Danilo Latin" che l'operazione inizierà non appena le condizioni del tempo lo permetteranno. È stato accertato che l'ordigno, probabilmente prodotto a Verona, risale alla Seconda guerra mondiale. E nel bacino di Salvore finora ne sono stati trovati numerose, rimasti impigliati nelle reti dei pescatori.
Valmer Cusma