Sta creando grande apprensione soprattutto in Istria l'annuncio del portavoce del governo sloveno Jelko Kacin, sulla possibile inclusione in tempi brevi della Croazia sulla lista rossa in seguito all'aumento dei contagi nel paese. Sul tema si è pronunciato stamane il capo della Protezione civile regionale Dino Kozlevac. "Più che della decisione di Roma sui tamponi obbligatori per le persone che entrano in Italia provenienti dalla Croazia - cosi Dino Kozlevac - ci preoccupano le ultime notizie da Lubiana. L'inclusione della Croazia sulla lista rossa - ha aggiunto - significa la quarantena di due settimane per tutte le persone che entrano in Slovenia provenienti dalla Croazia, indipendentemente dalla cittadinanza. Si tratterebbe di un lock down parziale - ha continuato Kozlevac - che andrebbe a colpire i lavoratori transfrontalieri o pendolari che dalle località istriane si mettono in viaggio per raggiungere il posto di lavoro in Italia, soprattutto Trieste e dintorni". Stando a varie stime tali lavoratori sarebbero migliaia, non solo del buiese ma anche della zona del pinguentino e in qualche caso anche da Parenzo, Pisino e perfino Gimino. Kozlevac ha parlato di danni irreparabili anche per il turismo.
A proposito del decreto italiano sui tamponi obbligatori all'entrata nel paese, Kozlevac ha dichiarato di essere in contatto con il Consolato croato a Trieste e di attendere i dettagli sul decreto. Intanto in Istria il contagio è sempre a livelli molto bassi. Uno solo nelle ultime 24 ore, si tratta di un'educatrice di un asilo a Pola. I 18 bambini della sua sezione sono stati posti in isolamento domiciliare, ma nessuno finora lamenta i sintomi della malattia. Le altre sezioni dell'asilo continuano a operare normalmente.
Valmer Cusma
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