Si è conclusa così la lunga navigazione intitolata „ Ritorno alla Terra dei padri“ , promossa dall'Ecomuseo Egea di Fertilia, con il sostegno dell' Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia rappresentata nell' occasione dalla sua vicepresidente Donatella Schurzel, e dall'Unione Italiana. Le maggiori difficoltà del viaggio, come ci ha raccontato il protagonista dell'impresa, si sono avute all'inizio.
Giulio Marongiu: "Le maggiori difficoltà sono state organizzare e trovare una barca. Di più grandi non ce n'erano e allora abbiamo deciso di prendere questa. E' lunga 10 metri con motore da 80 cavalli, che riesce a fare 6 - 6 miglia e mezza all'ora“.
Prima di arrivare a Pola, l'equipaggio aveva fatto tappa a Rovigno dove oltre alle autorità cittadine era stato accolto dal Console generale d' Italia a Fiume Davide Bradanini e dai rappresentanti della locale Comunità degli Italiani „Pino Budicin“. Come spiegato sul sito dell'ANVGD, lo scopo del viaggio era quello di ripercorrere simbolicamente a ritroso quello compiuto da una flottiglia di pescherecci salpati da Chioggia ai tempi dell'esodo con a bordo decine di famiglie di profughi istriani con destinazione Fertilia per ricostruirsi una nuova vita.
Valmer Cusma