"Il nostro è stato un momento di raccolta e preghiera in ricordo delle vittime” ci dice don Antun Kurelović, parroco di Pedena-Pićan che incontriamo sul sagrato della chiesa dell’Annunciazione della Beata Vergine Maria e che si dichiara stupito dell’interesse dimostrato verso un gesto di doverosa pietà cristiana. “Non è la prima volta che lo facciamo” prosegue il parroco e spiega “Quest’ultima occasione è arrivata in seguito alla benedizione del nuovo complesso sportivo nell’area di Tupliacco (Tupljak) in fase di allestimento e poiché proprio all’interno della struttura è segnalata la voragine - contrassegnata già da anni da lumini votivi, candele e fiori posti dai singoli cittadini - abbiamo voluto delimitare questo luogo di dolore e disperazione in ricordo di quanti li trovarono un’orribile morte.”
“In Istria, sono in pochi ancora a ricordare le recrudescenze del prima, durante e dopo la seconda guerra mondiale ma è un passato che non può e non deve venir dimenticato” afferma il parroco non mancando di raccontare alcune testimonianze che parlano delle liquidazioni e delle vittime delle foibe in tutta la zona dell’Albonese. “Non c’è solo quella di Tupljak ce ne sono altre in questo territorio e una delle maggiori è Jama Golji ovvero la fossa dei Colombi o foiba di Vines” prosegue don Kurelović lasciando intendere che forse è giunto il momento di parlare apertamente di una delle più tristi pagine della storia istriana.
Una storia, che le poche persone incontrate nel piccolo borgo di Pedena, sembrano non conoscere. Solo un signore, ultraottantenne, seduto all’ombra di un castano nel giardino adiacente alle ben conservate porte cittadine del XIV secolo, elogia l’iniziativa del parroco e lamenta il destino dell’Istria collegando i fatti tragici legati alle foibe e all’esodo che svuotò la località. “E’ servita una vita intera per ridare vigore alla cittadina e così è successo in tanti altri luoghi della penisola” afferma l’anziano signore.
Da Pedena per arrivare a Tupliacco, nella vallata sottostante, è necessario riprendere la strada principale che porta ad Albona. Ci si immette poi in una stradina secondaria che tra case, prati e campagne porta al primo campo di pallavolo del nuovo complesso sportivo dove, contrassegnata da una muratura, spunta una piccola lapide con la dicitura “In memoria di tutte le vittime”.
“Un atto dovuto” afferma don Kurelović respingendo la constatazione che si tratti della prima foiba in Istria ad essere contrassegnata da una lapide. “So che ci sono pure altri luoghi dove ci si incontra per una preghiera, per un pietoso ricordo ed è giusto che sia così perché quello delle foibe è un dramma che non va dimenticato” conclude il parroco di Pedena.
Lionella Pausin Acquavita