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Dopo le richieste delle organizzazioni degli esuli e anche un ordine del giorno approvato dalla commissione cultura del Senato, ora arriva anche una proposta di legge per consentire la revoca del Cavalierato di Gran Croce, con Gran Cordone a Josip Broz Tito, onorificenza concessa dal Presidente della Repubblica italiano Giuseppe Saragat il 2 ottobre 1969.
Il dibattito sulla richiesta di revoca della più alta onorificenza, concessa dal governo italiano a Tito, è cresciuto negli ultimi anni, dopo l’istituzione del Giorno del Ricordo, a memoria degli eccidi avvenuti sul confine orientale nel dopoguerra, ma la Presidenza della Repubblica, alle specifiche richieste delle organizzazioni degli esuli, aveva sempre opposto il principio secondo cui non è possibile revocare un’onorificenza a una persona defunta, perché non è in grado di opporsi al provvedimento, che viene disposto solo in caso d’indegnità.
![Tito con Winston Churchill Tito con Winston Churchill](https://img.rtvcdn.si/_up/upload/2023/09/21/66117898.jpg)
Proprio su questo punto interviene la proposta di legge che vede come primo firmatario il deputato di Fratelli d’Italia Walter Rizzetto, attesa a breve dall’aula di Montecitorio. La norma punta a modificare la legge del 3 marzo 1951 n. 178, (che recita “Salve le disposizioni della legge penale, incorre nella perdita della onorificenza l’insignito che se ne renda indegno”, e “la revoca è pronunciata con decreto del Presidente della Repubblica, su proposta motivata del Presidente del Consiglio dei ministri, sentito il Consiglio dell’ordine”), aggiungendo una frase all’articolo 5: “In ogni caso incorre nella perdita della onorificenza l’insignito, anche se defunto, qualora si sia macchiato di crimini crudeli e contro l’umanità”.
![Tito con la moglie Jovanka Tito con la moglie Jovanka](https://img.rtvcdn.si/_up/upload/2023/09/21/66117894.jpg)
La legge, se approvata (e vista l’attuale maggioranza le possibilità sono molto buone), consentirà di superare il problema legale, che altrimenti avrebbe potuto essere affrontato solo ritirando l’onorificenza e attendendo un ricorso degli eventuali parenti per poi metter tutto nelle mani della Corte costituzionale.
Lo stesso Rizzetto, nel presentare la proposta, ha ricordato come sia “davvero assurdo e paradossale il fatto che la Repubblica italiana, da un lato, riconosca il dramma delle foibe e celebri la memoria delle sue vittime in occasione del Giorno del ricordo e, dall’altro, annoveri tra i suoi più illustri insigniti proprio chi ordinò la pulizia etnica degli italiani in Istria e nell’Adriatico orientale”.
Alessandro Martegani