Fino ad oggi in Italia quello degli influencer (definizione difficile da circoscrivere ma che sicuramente comprende personaggi già famosi, o diventati famoso sul web che, sfruttando i social, riescono a incidere sulle opinioni e soprattutto sulle scelte commerciali di chi li segue), era un settore totalmente privo di regolamenti o codici specifici, ma, dopo i fatti che hanno coinvolto una delle influencer più importanti d’Italia, Chiara Ferragni, ci ha pensato l’Agcom, l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, a mettere nero su bianco qualche linea di comportamento.
Lo scorso 10 gennaio, in piena bufera Ferragni-Balocco, l’Agcom ha pubblicato on line una serie di regole a cui dovrebbero attenersi gli influencer di un certo peso, quelli che raggiungono almeno un milione di follower sulle varie piattaforme e suscitano commenti o like in almeno il due per cento dei contenuti pubblicati.
Fra le linee guida ci sono indicazioni generali, come l’invito ad evitare incitazioni alla violenza, all'odio, o alla discriminazione, la vittimizzazione secondaria, con elementi in grado di corresponsabilizzare la vittima di odio, a fornire una corretta rappresentazione dell'immagine della donna e ad avere rispetto per i minori, ma ci sono anche punti più tecnici, come quello che impone di evitare il ricorso a tecniche subliminali nei contenuti, che siano informativi, d’intrattenimento o commerciali.
Gli influencer dovranno poi rispettare (e quindi conoscere, cosa non scontata), le norme in tema di comunicazioni commerciali, televendite, sponsorizzazioni e inserimento di prodotti e hanno il divieto di pubblicità occulta. Devono anche "garantire la presentazione veritiera dei fatti" e "verificare la correttezza e l'obiettività delle informazioni anche attraverso la menzione delle fonti", nonché contrastare la "disinformazione online", e rispettare le norme in materia di diritto d'autore e la proprietà intellettuale.
La violazione di queste regole ha anche un costo: sono infatti previste sanzioni che vanno da 10mila a 250mila euro per la trasparenza pubblicitaria, e da 30mila a 600mila euro in materia di obblighi di tutela dei minori.
Si tratta però solo dell’inizio: l’Agcom ha anche annunciato la creazione di un tavolo tecnico, con le associazioni di influencer, le piattaforme di condivisione di video, i social media, e le agenzie di influencer marketing, per definire codici di condotta che prevedano anche sistemi di trasparenza e riconoscibilità degli influencer.
Alessandro Martegani