"Bella Ciao", la popolare canzone considerata universalmente l’inno della Resistenza partigiana, potrebbe diventare uno degli inni ufficiali della Repubblica italiana. A chiederlo in una proposta di legge è stato un gruppo di parlamentari del Partito democratico, del Movimento 5 stelle, di Italia viva e di liberi e uguali che la scorsa settimana hanno depositato il testo alla Camera.
Fondamentalmente si propone di eseguire la famosa canzone ogni 25 aprile, dopo l’inno di Mameli in tutte le cerimonie ufficiali per la Festa della Liberazione. Un modo secondo i proponenti di “riconoscere l’evidente carattere istituzionale a un inno, Bella Ciao, che è espressione popolare dei più alti valori alla base della nascita della Repubblica” e che rappresenta tutte le compagini che nel dopo guerra hanno dato vita all’Italia democratica.
Un fermo no è arrivato immediatamente da parte del centro destra che considera questo tipo di operazione offensiva nei confronti di parte del paese, che secondo loro non si identifica nei valori professati da questo brano conosciuto ed interpretato in tutto il mondo.
Un canto di rivolta contro l'oppressore che è stato ripreso e adattato in più occasioni, dalle proteste della primavera araba qualche anno a quelle attuali in Myanmar; e che ha saputo superare non solo i confini nazionali ma anche quelli temporali tanto da diventare uno dei brani iconici di una tra le serie più famose di Netflix, "La casa de papel" dove i protagonisti la intonano come simbolo della lotta contro il sistema.
Tutto questo forse non basterà a trasformare "Bella ciao" nel canto ufficiale del 25 aprile, quando in ogni caso le sue note continueranno a risuonare nelle piazze del paese come avviene ormai da quel lontano aprile del 1946, quando si tenne la prima Festa della liberazione.
Barbara Costamagna