Cantare l’inno della Decima Mas non è reato. A sentenziarlo il GIP Carlo Isidoro Gottardo del tribunale di Gorizia che ha disposto l’archiviazione del procedimento giudiziario e l’immediata restituzione degli atti al Pubblico Ministero relativi ai due consiglieri comunali Fabio Gentile e Serenella Ferrari, accusati di aver violato gli articoli 4 e 5 della legge Scelba, che sanzionano condotte individuali quali l’apologia del fascismo ed il compimento di “manifestazioni fasciste”.
Una denuncia del 2018 fatta dalla locale ANPI che aveva coinvolto anche il sindaco Ziberna ed il Vicesindaco Ceretta, che, avevano preso parte insieme ai due consiglieri alla commemorazione che da ventisette anni l'Associazione Decima Mas organizza nell'atrio del Municipio per porre dei fiori sotto la lapide agli impiegati deportati in Jugoslavia.
Se per il primo cittadino ed il suo vice, dopo una prima verifica, il PM aveva deciso non procedere, per i due consiglieri Gentile e Ferrari le indagini preliminari erano andate avanti visto che entrambe erano imputati di aver intonato l’inno della X Mas; mentre al solo Gentile era contestato il fatto di rispondere solitamente “presente” con il braccio teso all’appello durante i consigli comunali.
Già nell’agosto 2019 il PM aveva richiesto l’archiviazione del caso, alla quale però l’ANPI, in qualità di estensore si era opposta, preannunciando un esposto simile anche per la manifestazione che si era tenuta quell’anno.
Per evitare che ciò possa riavvenire il GIP nell'ordinanza di archiviazione del procedimento contro Gentile e Ferrari, dice a chiare lettere che l’ANPI non è soggetto legittimato a proporre opposizione alle richieste di archiviazione, visto che la legge Scelba tutela la sicurezza dell’”ordinamento costituzionale” e perciò "le uniche organizzazioni legittimate a farlo sono solo quelle statuali".
Inoltre secondo il GIP la commemorazione dei caduti della Decima Mas non può essere ritenuta una “manifestazione fascista”, trattandosi di “una riunione autorizzata, finalizzata unicamente a rendere omaggio a dei soldati morti in battaglia oltre settanta anni fa e la riproduzione dell’inno della Decima Mas non assume penale rilevanza, considerato che, a differenza degli altri canti dell’epoca, non contiene alcun riferimento al movimento fascista o a ideologie razziste totalitarie”.
Il saluto romano del consigliere Gentile, infine, viene definito “un gesto folcloristico inutilmente provocatorio”, ma "inidoneo a mettere il pericolo il bene giuridico protetto dalla norma".
Una sentenza che farà sicuramente discutere, dentro e fuori i confini di Gorizia dove gli animi si stanno scaldando in vista della celebrazione che anche quest'anno la Decima Mas organizza in Città, accolta nuovamente in Comune, dove il Prefetto ha vietato l'entrata a coloro che non appartengono alle organizzazioni combattenti o che non sono impiegati comunali per paura di disordini.
Una scelta della quale Gentile e Ferrari si dispiacciono, augurandosi che il Prefetto cambi idea e che la cerimonia sia aperta a tutti.
Barbara Costamagna