È il Collettivo Stella Rossa - Nordest a comunicarlo con un post sui propri profili social: Edy Ongaro è deceduto in seguito allo scoppio di una bomba a mano mentre combatteva con le milizie separatiste del Donbass.
Secondo le prime ricostruzioni l’uomo sarebbe morto eroicamente, sacrificandosi per salvare la vita ai propri compagni, gettandosi sull’ordigno esplosivo facendo da scudo con il proprio corpo, questo quanto riferito dai russi e riportato sul comunicato del Collettivo Stella Rossa.
Ongaro aveva avuto qualche problema con la legge italiana, dopo essere stato implicato in una rissa in un bar di Portogruaro, in cui colpì l’esercente con un calcio e si scagliò anche contro un carabiniere. Concessi i termini a difesa, in attesa del processo era stato messo in libertà, ma nel frattempo aveva lasciato l’Italia e da allora si avevano sue notizie solo attraverso i social.
Dal 2015, quindi, si era arruolato con i separatisti della brigata Prizrak, composta soprattutto da foreign fighter. Lì diventa un eroe per i filorussi, con il nome di battaglia di “Bozambo”, in ricordo di un partigiano della Seconda Guerra Mondiale, combattendo contro il governo ucraino a fianco di “tutti i civili neo-russi che hanno visto l’inferno in terra”, queste le sue parole.
Ongaro spiegava che a spingerlo alla lotta con i ribelli filorussi delle repubbliche di Donetsk e Lugansk sarebbe stato il ricordo delle violenze inferte dai fascisti alla sua famiglia.
"Questo è il nostro giorno", scrisse l’uomo di Portogruaro quando Vladimir Putin aveva firmato in diretta tv il decreto col quale la Russia riconosceva alle repubbliche del Donbass l’indipendenza dall’Ucraina.
"Era un compagno puro e coraggioso, ma fragile - hanno scritto i suoi amici del Collettivo Stella Rossa - In Italia aveva commesso degli errori. In Donbass aveva trovato il suo riscatto".
Davide Fifaco