"Sarò macchiato per sempre per colpe che non ho commesso. Mi aspettavo un'assoluzione". Questo il primo commento dell'ex sindaco di Riace, Domenico Lucano, dopo la sentenza del Tribunale di Locri che lo ha condannato a 13 anni e due mesi ed alla restituzione di 500mila euro riguardo i finanziamenti ricevuti dall'Unione europea e dal Governo.
Lucano ha comunque ringraziato i propri legali per il lavoro svolto.
L'ex sindaco di Riace era imputato di associazione per delinquere, abuso d'ufficio, truffa, concussione, peculato, turbativa d'asta, falsità ideologica e favoreggiamento dell'immigrazione clandestina.
L'inchiesta su Lucano è stata condotta dalla Procura della Repubblica di Locri, con indagini delegate alla Guardia di Finanza. Nell'ottobre del 2018 Lucano fu anche posto agli arresti domiciliari dalle fiamme gialle con l'accusa di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina.
Dopo il periodo di detenzione, nei suoi confronti fu applicato il divieto di dimora a Riace, poi revocato sempre dal Tribunale di Locri nel settembre del 2019. I magistrati nelle 1.200 pagine della richiesta d'arresto definirono Lucano un sindaco «spregiudicato» per aver «favorito matrimoni di comodo» tra cittadini riacesi e donne straniere e per aver consentito a due cooperative, prive di requisiti, di assicurarsi il servizio della raccolta dei rifiuti urbani.
I magistrati gli contestarono anche un ammanco di 5 milioni di euro che sarebbero finiti nelle tasche di privati, anziché favorire l'integrazione dei migranti.
I legali di Lucano hanno definito "lunare" la sentenza ed "esorbitante" la condanna, che secondo loro è in netto contrasto con le evidenze processuali. Hanno inoltre annunciato il ricorso in appello subito dopo la lettura delle motivazioni.
Davide Fifaco