Giornata nera per il trasporto urbano in Italia. Quasi tutte le sigle sindacali del settore, le tre organizzazioni confederali, Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti, con Faisa Cisal e Ugl Fna, hanno infatti aderito allo sciopero nazionale di 24 ore indetto per chiedere il rinnovo del contratto nazionale, scaduto il 31 dicembre scorso. Le organizzazioni dei lavoratori lamentano anche la carenza di risorse, la mancanza di politiche di programmazione, e chiedono una riforma del settore e la tutela della salute e sicurezza sul lavoro.
Lo sciopero coinvolgerà bus, tram e metro (mentre sarà regolare il traffico sulla rete ferroviaria con i dipendenti di Trenitalia, Italo e Trenord che non hanno aderito alla protesta), e non prevede fasce di garanzia.
A differenza dei precedenti scioperi, e per la prima volta dopo 19 anni, hanno fatto sapere le organizzazioni sindacali, non ci sarà la garanzia totale del servizio nelle fasce orarie che tutelano la mobilità dei viaggiatori, ma saranno garantiti, durante le fasce orarie previste a livello locale, l’utilizzo del 30 per cento del personale viaggiante e i servizi assolutamente indispensabili, come collegamenti con porti e aeroporti e quelli di particolare rilevanza sociale, come il trasporto dei disabili e scuola bus per materne ed elementari.
Nel corso della mattinata i sindacati hanno anche organizzato una manifestazione a Roma davanti al ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture.
"Non si vuole riconoscere alle lavoratrici e ai lavoratori una retribuzione che possa compensare la perdita del potere d’acquisto causata dall’inflazione – hanno detto i sindacati del Lazio -, e da parte Governo non arriva risposta sul fondo nazionale del Trasporto pubblico, che da 15 anni viene ridotto, con carenza di personale, vetture esauste e infrastrutture obsolete”. “A pagarne le conseguenze, con sempre maggior frequenza, - hanno aggiunto - è il personale che si ritrova vittima di aggressioni verbali e fisiche”.
Alessandro Martegani