Paolo Signorelli e Francesco Lollobrigida
Paolo Signorelli e Francesco Lollobrigida

A meno di 48 ore dal voto, una nuova bufera mediatica si abbatte su Francesco Lollobrigida, ministro dell’agricoltura ed esponente di Fratelli d’Italia, compagno della sorella della premier Giorgia Meloni, e finito spesso sulle pagine dei giornali per uscite infelici e iniziative a dir poco originali.
Questa volta la vicenda non lo riguarda direttamente, ma ha coinvolto il suo portavoce, Paolo Signorellli, 38 anni, con una lunga esperienza nella comunicazione del partito di Giorgia Meloni, e nipote dell’omonimo esponente del Movimento sociale italiano e ideologo dell’estrema destra in Italia.

Il suo nome è spuntato all’interno del fascicolo dell’indagine sull’omicidio di Fabrizio Piscitelli, detto “Diabolik”, esponete dell’estrema destra, capo ultrà della Lazio e trafficante di droga assassinato a Roma nell'agosto del 2019.
Le conversazioni via chat fra i due, che si erano conosciuti nell’ambiente delle tifoserie della Lazio, coprono un arco temporale che va dal 2018 ai giorni della morte del capo ultrà, e sono piene di frasi, riportate dal quotidiano La Repubblica, dichiaratamente antisemite, con attacchi a personalità di spicco della comunità ebraica, e sostegno alla destra eversiva.
"Mica è colpa nostra se i romanisti sono ebrei". "Mortacci loro e degli ebrei", "Quell'ebreo di Gad Lerner”, e poi sostegno a Elvis Demce, considerato tra i più pericolosi malavitosi della Capitale, esaltazioni di terroristi neri come Valerio Fioravanti, Pierluigi Concutelli, Luigi Ciavardini, ma non manca neppure l’esaltazione di riti nazi-pagani, con cerimonie sul monte Soratte, dove Mussolini costruì il suo bunker, accanto agli insulti verso la Chiesa Cattolica.
Un quadro inquietante, che ha portato all’immediata autosospensione dall'incarico di capo ufficio stampa del ministro Lollobrigida di Paolo Signorelli, che però in una nota ha affermato di “non ricordare la conversazione”. Signorelli è anche stato difeso dal ministro. che si è detto sicuro che il suo collaboratore “sia distante anni luce da quanto riportato nella conversazione”.
La notizia non è però passata inosservata e ad attaccare, a poche ore dal voto, è stato uno degli alleati di governo, ma avversario alle elezioni, di Fratelli d’Italia, il leader della Lega Matteo Salvini: “Se uno è antisemita è un cretino”, ha detto, aggiungendo però che “le chat con gli ultras della Lazio non sono la mia prima preoccupazione".

Anche il Pd, in una nota firmata dai parlamentari democratici membri della Commissione Antimafia, ha sottolineato che “Signorelli non può restare al suo posto un secondo in più: attendiamo - aggiungono i Dem - un segnale chiaro in questo senso dal ministro Lollobrigida che lo ha indicato come suo portavoce”.
Duro anche Gad Lerner, giornalista attaccato nelle conversazioni Signorelli e Piscitelli: “Noi ebrei – ha commentatao - dovremmo ricordarci in questi momenti drammatici di diffidare di certi presunti nuovi amici. Oggi si proclamano paladini della lotta all'antisemitismo, mentre tra di loro ne coltivano proprio gli stereotipi più infami".
Alessandro Martegani