Il gruppo di Fratelli d'Italia nella Commissione Vigilanza Rai rende noto di aver presentato un'interrogazione ai massimi dirigenti dell'ente radio-televisivo per "sapere se l'utilizzo ricorrente di testimoni giudicati inattendibili dalla magistratura, che dopo qualche decennio fanno presunte rivelazioni su persone decedute, sia in linea con quanto stabilito dal Contratto di Servizio, che regola i rapporti tra lo Stato e la Rai. È accaduto nel caso del padre del Presidente del Senato, Ignazio La Russa, e nel caso del padre del Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, che tra le altre cose, come tutti sanno, ha interrotto i rapporti con Franco Meloni quando era ancora una bambina".
Fratelli d'Italia ritiene che i "due servizi giornalistici, per alcuni versi speculari, finalizzati a colpire indirettamente degli esponenti politici, dove in uno c'è un pentito giudicato inattendibile dai magistrati che dopo decenni tira in ballo una persona deceduta, e quindi non in grado di controbattere. Per di più si sceglie di non dare conto al pubblico dell'inattendibilità dei testimoni intervistati, forse perché altrimenti verrebbe giù tutto l'impianto del teorema messo in piedi. Con quello che sembra a tutti gli effetti un 'metodo', stiamo assistendo al progressivo degradamento di una storica trasmissione, un tempo capace di fare delle vere e proprie inchieste, e oggi - conclude la nota - ridotta a costruire teoremi fine a sé stessi, utili solo a spargere fango. Ci auguriamo che l'Ad e la Presidente rispondano presto e nel merito ai punti che abbiamo sollevato".
Sigfrido Ranucci, curatore e conduttore di Report ribatte che risponderà nel merito nelle sedi istituzionali ed aggiunge che "la prima fonte su La Russa non era un pentito, ma un ufficiale dei carabinieri Michele Riccio. Mentre la seconda fonte, Nunzio Perrella, è un collaboratore di giustizia mai denunciato per calunnia e ritenuto fondamentale nei processi che hanno portato all'arresto del boss di camorra Michele Senese".
A supporto della trasmissione di inchiesta di Rai 3 arriva la segretaria del Pd, Elly Schlein che afferma: "Meloni ha superato Berlusconi, questi attacchi al diritto di inchiesta nemmeno con l'editto bulgaro. Bisogna inventare altri tipi di editti, non so se editti ungheresi. Sono attacchi non degni di una democrazia".
Vittoria Baldino, vicecapogruppo del Movimento 5 Stelle a Montecitorio sottolinea come da Giorgia Meloni traspaia irritazione nei confronti dei giornalisti ed infine, ironicamente dichiara: "A questo punto ci manca solo il ministero della Verità".
Davide Fifaco