Foto: Reuters
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Alla fine, le indiscrezioni degli ultimi giorni si sono rivelate corrette: il nuovo governo Draghi è composto da 8 profili tecnici e 15 politici. Tra i tecnici rientrano Marta Cartabria alla Giustizia, Luciana Lamorgese agli Interni, Vittorio Colao all’Innovazione tecnologica, Daniele Franco all’Economia, Roberto Cingolani all’Ambiente e transizione ecologica, Enrico Giovannini alle Infrastrutture e Trasporti, Patrizio Bianchi all’Istruzione e Cristina Messa all’Università.

Sono sette i ministri del governo Conte Bis confermati nel nuovo governo. Tra i 23 ministri 17 hanno già ricoperto ruoli di governo mentre sei sono esordienti (Cartabia, Franco, Cingolani, Bianchi, Colao e Messa). Sono 4 i ministri del M5S del governo Draghi, tre quelli del Pd, di Forza Italia e della Lega uno di Leu ed uno di Italia Viva.

In particolare, per i Cinquestelle confermato Luigi Di Maio agli Esteri, Stefano Patuanelli va all’Agricoltura, D’Incà ai Rapporti con il Parlamento e Fabiana Dadone alle Politiche giovanili.

Per il Pd Andrea Orlando va al Lavoro, Lorenzo Guerini alla Difesa e Dario Franceschini alla Cultura.

Per Forza Italia Renato Brunetta alla Pubblica amministrazione, Mariastella Gelmini agli Affari regionali a Mara Carfagna al Sud.

Alla Lega vanno lo Sviluppo economico con Giancarlo Giorgetti, Erika Stefani alla Disabilità e Massimo Garavaglia al Turismo.

Alla salute rimane Roberto Speranza di Liberi e Uguali mentre ad Italia Viva vanno le Pari opportunità, precisamente ad Elena Bonetti, una delle ormai note ministre dimissionarie di Renzi nel Conte bis.

Tutti i leader politici dei partiti presenti in maggioranza hanno affidato i loro messaggi di augurio alle piattaforme social, ma non è mancato nemmeno chi, dopo l’annuncio del nuovo esecutivo, si è tolto qualche sassolino dalla scarpa. Alessandro Di Battista, che è appena uscito dal Movimento 5 Stelle, ha commentato con un laconico “ne valeva la pena?”.

La senatrice pentastellata Barbara Lezzi ha invece scritto: "il super ministero chiesto da Beppe Grillo non c'è. Il ministero dell'ambiente non sarà fuso con il ministero dello sviluppo economico. Eh no, perché il ricco ministero dello sviluppo economico sarà affidato alla Lega con Giorgetti. Noi non abbiamo votato per questo sulla piattaforma Rousseau".

Davide Fifaco