"La decisione sulle riaperture sarà presa probabilmente la prossima settimana dal Consiglio dei ministri". A rivelarlo è il ministro dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti, che ha precisato che non è possibile indicare con certezza una data per le riaperture, ma ha sottolineato che gli indicatori stanno migliorando e che "presumibilmente maggio sarà un mese di riaperture".
Opinione condivisa anche dal ministro della Salute, Roberto Speranza.
Proprio quest'ultimo, sotto attacco da parte del centrodestra, allontana le ipotesi di dimissioni dopo alcune indiscrezioni che avevano fatto trapelare la possibilità di un passo indietro dopo il pressing subito nelle ultime ore.
Il leader della Lega, Matteo Salvini, lo ha messo nel mirino accusandolo di avere una mentalità eccessivamente rigorista che boccia le riaperture anche dove il coronavirus è meno preoccupante.
Fonti del governo escludono cambi e recentemente lo stesso premier Mario Draghi aveva difeso Speranza rivendicandolo come una delle sue scelte nella squadra dei ministri.
Attualmente l'idea è quella di riaprire in sicurezza i ristoranti a pranzo e a cena sfruttando gli spazi all'aperto. Questa l'ipotesi contenuta nella bozza delle linee guida sulle riaperture, che le Regioni sottoporranno giovedì al Governo alla Conferenza Stato-Regioni e che confermano le misure di protezione già in atto. Parallelamente, si prevede anche una regolazione della ripartenza di palestre, cinema, teatri e musei. Prematuro per ora prendere in considerazione le riaperture delle discoteche.
Un gruppo di coordinamento delle Regioni sta lavorando anche ad una proposta per la revisione o aggiornamento dei parametri sulla valutazione del rischio epidemiologico attualmente in vigore. Tra le ipotesi c'è quella di inserire, tra i parametri, il numero di somministrazioni effettuate nelle singole Regioni. La prima bozza potrebbe essere presentata giovedì al Governo per un primo confronto alla Conferenza Stato-Regioni, quando dovrebbero anche essere anche presentate le linee guida sulla riapertura di attività economiche, condizionate proprio al miglioramento dei dati e alla luce di una revisione dei parametri.
Da parte dei medici arriva inoltre una precisazione: un rallentamento delle restrizioni sarà possibile solo con contagi giornalieri al di sotto di 5.000 casi, mantenendo una larga capacità di testare la popolazione e riprendendo il tracciamento per il controllo della diffusione dell'epidemia.
Intanto il governo è pronto a chiedere il nuovo scostamento da due punti e mezzo del pil, che porterebbe 40 miliardi per garantire alle aziende in crisi ristori e liquidità per la ripartenza, soprattutto a chi è stato chiuso per mesi per limitare i contagi.
Davide Fifaco