Foto: MMC RTV SLO/min. interno
Foto: MMC RTV SLO/min. interno

Sono principalmente tre i provvedimenti che hanno ottenuto il via libera del Consiglio dei ministri italiano sulle possibilità di ottenere la cittadinanza.
La novità più importante è che i discendenti di cittadini italiani, nati all'estero, saranno automaticamente cittadini solo per due generazioni: solo chi ha almeno un genitore o un nonno nato in Italia sarà cittadino dalla nascita.

Il ministro degli Affari esteri, Antonio Tajani, ha chiarito che "non verrà meno il principio dello ius sanguinis e molti discendenti degli emigrati potranno ancora ottenere la cittadinanza italiana, ma verranno posti limiti precisi soprattutto per evitare abusi o fenomeni di 'commercializzazione' dei passaporti italiani. La cittadinanza - ha concluso - deve essere una cosa seria".

L'Esecutivo ha dato il via libera a tre provvedimenti. Il primo, un decreto-legge su "Disposizioni urgenti in materia di cittadinanza". Il secondo è un disegno di legge ("Disposizioni in materia di cittadinanza"). In pratica, il primo consente l'immediata entrata in vigore di alcune delle norme previste nel secondo. Sostanzialmente vengono introdotte modifiche alle regole di trasmissione della cittadinanza. Il terzo disegno di legge, "Disposizioni per la revisione dei servizi per i cittadini e le imprese all'estero" ha l'obiettivo di introdurre misure per rendere più efficienti i procedimenti di ricostruzione della cittadinanza italiana iure sanguinis attivati a domanda di discendenti italiani maggiorenni, residenti all'estero.

Queste nuove norme prevedono che i discendenti di cittadini italiani, nati all'estero, saranno automaticamente cittadini solo per due generazioni: solo chi ha almeno un genitore o un nonno nato in Italia sarà cittadino dalla nascita. I figli di italiani acquisteranno automaticamente la cittadinanza se nascono in Italia oppure se, prima della loro nascita, uno dei loro genitori cittadini ha risieduto almeno due anni continuativi in Italia.

I nuovi limiti valgono solo per chi ha un'altra cittadinanza, in modo da non creare apolidi e si applicano a prescindere dalla data di nascita, quindi prima o dopo l'entrata in vigore del decreto-legge. Resterà ovviamente cittadino chi in precedenza è già stato riconosciuto tale (da un tribunale, da un comune, da un consolato).

Alcune soluzioni hanno l'obiettivo di rafforzare il sostegno all'immigrazione di ritorno. Il figlio minore di genitori cittadini (sempre che non nasca già cittadino) acquisterà la cittadinanza se nasce in Italia o se viene a viverci per due anni, con una semplice dichiarazione di volontà dei genitori.

Davide Fifaco