Chi non ha mai stretto le mani sui braccioli del sedile quando all’improvviso sente l’aereo scendere di quota all’improvviso o scosso dagli elementi? Questi spiacevoli momenti sembrano destinati ad aumentare, perlomeno secondo uno studio condotto dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia italiano e pubblicato sulla rivista Geophysical Research Letters.
Lo studio ha esaminato i dati degli ultimi 44 anni riguardo gli episodi di turbolenza moderata o forte, rivelando un aumento significativo di tali eventi, in particolare nei cieli del Regno Unito, dell'Europa settentrionale e nella regione mediterranea.
Alla base di questa tendenza ci sarebbero i cambiamenti climatici che farebbero aumentare varie forme di turbolenza, come quella convettiva, causata dai movimenti verticali dell'aria causati dal riscaldamento della superficie terrestre, spesso in presenza di nuvole e temporali. In aumento anche la turbolenza d'aria chiara, che si verifica in assenza di perturbazioni e sarebbe provocata dalle variazioni verticali nella velocità del vento.
La ricerca ha dimostrato come, nelle vicinanze di correnti a getto, la presenza di turbolenze moderate o forti in aria chiara sia quasi triplicata, passando dall'1.5 al 4 per cento. La corrente a getto subtropicale favorisce la turbolenza nelle regioni meridionali dello spazio aereo europeo mentre quella subpolare è responsabile degli eventi di turbolenza vicino al Regno Unito e nelle aree del Nord Europa.
Secondo il rapporto i dati dovrebbero spingere a sviluppare nuove tecniche di previsione e strategie di mitigazione, per migliorare la sicurezza e il comfort dei passeggeri, riducendo anche i costi delle compagnie aeree.
Alessandro Martegani