Riforma delle pensioni, turismo, disabilità, taglio delle tasse, scuola e reddito di cittadinanza. Questi i principali settori su cui si sta discutendo nella manovra finanziaria del Governo italiano.
Si conferma l'impianto iniziale impostato da Draghi e Franco, dal taglio delle tasse agli investimenti, con lo stanziamento dei primi 8 miliardi per ridurre Irpef ed Irap e 4 miliardi in più per sanità e vaccini per il Covid 19. Altri 90 milioni saranno investiti per arginare la fuga di medici e infermieri dai Pronto Soccorso. Confermato anche il pacchetto pensioni, con Quota 102 per il 2022 ed una proroga di Opzione donna senza modifiche dei requisiti. Rimane fino al 2023 il Superbonus al 110% anche se con qualche correzione, con un tetto Isee a 25mila euro per i proprietari di villette e case singole, anche se su questo provvedimento c'è la netta contrarietà di Movimento 5 Stelle e Lega.
Ci sarà una stretta anche sul Reddito di cittadinanza, tema sul quale ci sono state due settimane di trattative.
Per evitare che il sussidio diventi un disincentivo alla ricerca del lavoro vengono rivisti i criteri dell'offerta congrua, che si riducono a 80 km di distanza da casa per la prima offerta ma diventano "tutta Italia" alla seconda, mentre viene eliminata la possibilità di una terza offerta. Dopo due posti di lavoro rifiutati si perde il beneficio. Inoltre, si verificheranno direttamente nei centri per l'impiego le presenze dei beneficiari "occupabili".
Maggiore attenzione ai giovani: nelle scuole stop alle classi pollaio; raddoppiano i fondi per la manutenzione ordinaria degli istituti. Va inoltre in proroga il pacchetto di agevolazioni per l'acquisto della prima casa.
Ritornando alle pensioni, il premier Draghi ha incontrato i leader di Cigl, Cisl e Uil. Nella manovra non ci sono però le risorse per affrontare una riforma strutturale. Sbarra, leader della Cisl, ha parlato di un impegno per una revisione alla Legge Fornero. Tra le richieste anche quella di aumentare la dotazione finanziaria oltre quei 600 milioni previsti dalla legge di bilancio per quota 102 nel 2022 con cui iniziare a discutere della possibilità di andare in pensione con 41 anni di contributi e di allargare la platea dei lavori gravosi.
Davide Fifaco