Partenza decisamente in salita, in Italia, per la riapertura delle scuole. Con l'avvio dei test sul personale scolastico e parascolastico sono emersi casi di positività tra i docenti, finora una ventina in Umbria e sei a Treviso e provincia. Il governo sta cercando di aggiustare il tiro, anche sul dibattuto tema dei trasporti; probabilmente per salire sugli scuolabus bisognerà prima misurare la febbre a casa ed a bordo sarà consentita la capienza limite solo per un tragitto che duri un massimo di 15 minuti. Confermato il divieto di far salire sul mezzo gli studenti in caso di febbre o nel caso in cui siano stati a contatto con positivi nei quattordici giorni precedenti. Inoltre, il Comitato tecnico scientifico non ha previsto deroghe al metro di distanza sui mezzi pubblici, anche con l'uso della mascherina.
In tutto il Paese sono appena partiti i test sierologici al personale scolastico ma anche in questo senso si registrano delle difficoltà. In Friuli-Venezia Giulia, ad esempio, una nota dell'Ordine dei medici di Udine spiega che "sono numerose le richieste di poter fissare negli ambulatori dei medici di Medicina Generale i test sierologici rapidi da parte del personale scolastico e parascolastico, come previsto dal decreto legge del 7 agosto", ma sono "appuntamenti che inevitabilmente devono slittare a data da destinarsi, in quanto latitano le indicazioni regionali". Inoltre, sottolinea l'Ordine nella nota, "i kit per effettuare il test non sono neppure stati consegnati ai medici di famiglia" e tra, questi ultimi, "non tutti sono dotati di tutti gli indispensabili dispositivi di sicurezza personale necessari ad avviare questa campagna di rilevamento rapido del virus".
Per quanto riguarda l'area di Trieste e Gorizia, l'Azienda sanitaria universitaria Giuliano Isontina (Asugi) ha fatto sapere che i test, per i quali a breve si potranno prenotare i prelievi, verranno effettuati negli ospedali Maggiore di Trieste, San Polo di Monfalcone e San Giovanni di Dio di Gorizia.

Davide Fifaco

Foto: EPA
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