Il ricordo del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, rivolto ai minatori che l'8 agosto del 1956 hanno perso la vita nella miniera di carbone di Marcinelle, in Belgio, non contribuisce a unire le diverse anime della politica italiana divisa dalla campagna elettorale.
L'incendio scoppiato in uno dei pozzi della miniera di carbon fossile del Bois du Cazier provocò la morte di 262 operai, 136 dei quali italiani, un disastro che segnò per sempre la storia della nostra emigrazione. Dal 2001 la ricorrenza è stata proclamata “Giornata nazionale del sacrificio del lavoro italiano nel mondo” affinché, ha detto ancora Mattarella, possa essere onorata la memoria di tutti gli italiani caduti sul lavoro all'estero.
Come ogni anno ci sarà una cerimonia di commemorazione negli spazi della miniera, con il segretario del PD, Enrico Letta, che sarà presente al fianco dell'ambasciatore italiano in Belgio, i familiari delle vittime, una delegazione di lavoratori venuti dall'Italia e impegnati in altre miniere del Belgio, una delegazione di Alpini e, per la prima volta dopo diversi anni, un gruppo di studenti del liceo romano Francesco Vivona. Assente il centrodestra, che ha deciso di non essere presente in dissenso con la scelta dell'Unione europea di regolamentare l'ingresso di cittadini extracomunitari.
La polemica politica nostrana non finisce qui. Dalle colonne del Corriere della Sera Enrico Letta e Giorgia Meloni hanno offerto due letture diverse, se non addirittura opposte. Il segretario PD ha paragonato il destino delle vittime a quello dei migranti moderni, definiti guerrieri per la sopravvivenza. Secondo la leader di Fratelli d'Italia la ricorrenza non deve essere sfruttata per cavalcare il tema migrazioni, ma al contrario può e deve essere un'occasione per parlare di sicurezza sul lavoro. Secondo i dati più recenti disponibili, nel primo bimestre del 2022 sono 114 le vittime sul lavoro.
Valerio Fabbri