Foto: ANSA
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Era il 19 gennaio 2025 quando l’uomo è stato arrestato a Torino, su esecuzione della Digos, ma pochi giorni dopo, il 21 gennaio, il generale è stato rilasciato e fatto rientrare in Libia con un volo di Stato, senza alcun coordinamento con la Corte. Secondo quest’ultima, l'Italia ha mostrato un comportamento “non conforme agli obblighi previsti dallo Statuto di Roma”, trattato che disciplina il funzionamento della Corte stessa e che il Paese ha sottoscritto. La decisione di non procedere con la consegna di Almasri e le spiegazioni fornite finora dal governo italiano sono state giudicate “insufficienti e poco chiare”. La Corte Penale dell’Aja ha notificato a Roma l'apertura di una procedura di accertamento e ha concesso trenta giorni al governo per presentare un memorandum che spieghi nel dettaglio le ragioni che hanno portato prima all'arresto e poi alla liberazione di Almasri. Se le risposte non saranno ritenute soddisfacenti, l'Italia potrebbe essere accusata di mancata cooperazione, con il rischio che la questione venga portata all'attenzione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. Il Ministero della Giustizia in sua difesa ha affermato che la decisione di rilasciare Almasri fosse di competenza esclusiva del Ministero dell'Interno, guidato dal ministro Matteo Piantedosi. Tuttavia, secondo la Corte, tale procedura non rispetterebbe le norme previste dal protocollo internazionale. Nei prossimi giorni il governo dovrà presentare un documento dettagliato per chiarire la propria posizione, altrimenti, in caso contrario, l’Italia potrebbe trovarsi ad affrontare una crisi diplomatica di rilevanza internazionale.

B.Z.