L'ultimo saluto a Silvio Berlusconi è stato tributato nel Duomo di Milano, di fronte ai massimi rappresentanti delle istituzioni italiane e alla famiglia.
A Milano sono giunti, fra gli altri, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, l’ultimo ad arrivare per motivi di sicurezza, la premier Giorgia Meloni, i presidenti di Senato e Camera, Ignazio La Russa e Lorenzo Fontana, accanto a molti altri componenti del governo e leader del centro destra e dell’opposizione.
In prima fila Marta Fascina, la deputata che era stata accanto al Cavaliere negli ultimi anni, e i cinque figli, Marina, Pier Silvio, Barbara, Eleonora e Luigi, il fratello Paolo, ma era presente anche l’ex moglie, Veronica Lario.
Presenti anche il premier ungherese Viktor Orban, l'emiro del Qatar Tamim bin Hamad, il presidente iracheno, Abdul Latif Rashid, e il presidente del Partito popolare europeo Manfred Weber. La Commissione europea era rappresentata dal commissario per l'Economia Paolo Gentiloni. Molti anche i personaggi del mondo della Tv, dell'informazione, dello spettacolo e del calcio.
Il feretro è arrivato dalla Villa di Arcore, dove era stata allestita la camera ardente in forma privata, in piazza Duomo poco prima delle 15:00. Il passaggio del carro funebre è stato applaudito dai cittadini anche lungo il percorso.
Sul sagrato del Duomo il corteo era atteso dal picchetto di sei Carabinieri in alta uniforme, e da una rappresentativa delle forze armate, come prevede il cerimoniale del funerale di Stato, e da migliaia di persone, che fin dalla mattina si erano assiepate in piazza Duomo per poter assistere alle esequie dai megaschermi allestiti per l’occasione.
In tutto nella cattedrale erano presenti poco più di 2 mila le persone, altre 15 mila assiepavano la piazza, piena ma non gremita, in spazi delimitati e sorvegliati da un imponente servizio di sicurezza.
Dopo gli onori militari, il feretro è entrato nella cattedrale seguito dai familiari fra gli applausi della folla, e dei tifosi del Milan, che hanno sventolato le bandiere del Club, e hanno anche gridato il nome del Cavaliere, e slogan come “C’è solo un Presidente”. Dopo un lungo applauso anche all’interno della cattedrale, è iniziata la cerimonia officiata dall’arcivescovo di Milano, Mario Delpini.
"Vivere e amare la vita - ha detto l'arcivescovo di Milano nell'omelia, iniziata con una sorta di inno alla vita e alla voglia di vivere appieno del Cavaliere -. Vivere e desiderare una vita piena. Vivere e desiderare che la vita sia buona, bella per sé e per le persone care. Vivere e intendere la vita come una occasione per mettere a frutto i talenti ricevuti. Vivere e accettare le sfide della vita. Vivere e attraversare i momenti difficili della vita.
Vivere e resistere e non lasciarsi abbattere dalle sconfitte e credere che ci sia sempre una speranza di vittoria, di riscatto, di vita. Vivere e desiderare una vita che non finisce e avere coraggio e avere fiducia e credere che ci sia sempre una via d’uscita anche dalla valle più oscura. Vivere e non sottrarsi alle sfide, ai contrasti, agli insulti, alle critiche, e continuare a sorridere, a sfidare, a contrastare, a ridere degli insulti"
"Silvio Berlusconi - ha però aggiunto - è stato certo un uomo politico, è stato certo un uomo d'affari, è stato certo un personaggio alla ribalta della notorietà". "Quando un uomo è un uomo d'affari allora cerca di fare affari. Ha quindi clienti e concorrenti. Ha momenti di successo e momenti di insuccesso. Si arrischia in imprese spericolate. Guarda ai numeri a non ai criteri. Deve fare affari non può fidarsi troppo degli altri e sa che gli altri non si fidano troppo di lui. È un uomo d'affari e deve fare affari". Allo stesso modo, ha concluso, "quando un uomo è un uomo politico, allora cerca di vincere. Ha sostenitori e oppositori. C'è chi lo esalta e chi non può sopportarlo. Un uomo politico è sempre un uomo di parte. Quando un uomo è un personaggio allora è sempre in scena. Ha ammiratori e detrattori. Ha chi lo applaude e chi lo detesta".
Contrariamente a quanto pensato dalla famiglia non c’è stato un breve messaggio di saluto dei figli, non previsto per questo tipo di cerimonia, chiusa dal suono della tromba che intonava il "Silenzio" e da un lungo applauso all'interno della cattedrale e nella piazza. Il feretro, preceduto da due corazzieri, è poi uscito dalla cattedrale seguito dai familiari, che all'esterno hanno ricevuto parole di conforto e condoglianze da parte del presidente Mattarella e delle altre cariche dello Stato. Dopo aver ringraziato i presenti tutti assieme, quasi a voler dare un'immagine di unità, i cinque figli e il fratello Paolo Berlusconi hanno lasciato piazza Duomo.
Il feretro è stato riportato ad Arcore, in attesa della cremazione, che avverrà nel Tempio Crematorio Valenziano Panta Rei, di Valenza, in provincia di Alessandria. Le ceneri verranno poi trasferite nel mausoleo di Villa San Martino ad Arcore, accanto a quelle dei genitori, Luigi e Rosa.
In tutta Italia è stata anche proclamata una giornata di lutto nazionale, con bandiere a mezz’asta su tutti gli edifici pubblici, e un minuto di silenzio osservato prima di eventi e manifestazioni. Anceh le Camere hanno sospeso i lavori per una settimana. Sulla decisione del governo di proclamare il lutto nazionale, provvedimento assunto solo per i presidenti Leone e Ciampi negli ultimi 30 anni, ma mai per un ex premier, non sono mancate però le polemiche: per parte del mondo politico e culturale si è trattato infatti di un provvedimento ingiustificato, nei confronti di un uomo che ha indubbiamente segnato la vita politica, economica e sportiva in Italia, ma che ha anche diviso il paese e l’opinione pubblica.
Alessandro Martegani