Il decreto legge per il potenziamento della pubblica amministrazione ha,infine, incassato il via libera della Camera, nonostante i dubbi espressi da più parti soprattutto su due punti: l'eliminazione del cosiddetto “controllo concomitante” della Corte dei Conti sui progetti del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e del Piano Complementare; e la proroga di un anno, dal 30 giugno 2023 al 30 giugno 2024, dello “scudo erariale” che esclude il danno erariale per i pubblici funzionari o per chi gestisce denaro pubblico in caso di colpa grave.
Si va, quindi, verso una stretta ai controlli della Corte dei Conti, motivata dal governo e dalla maggioranza, con la necessità di semplificare le procedure, evitando sovrapposizioni e accelerando l'attuazione degli interventi del Pnrr che devono essere completati entro giugno 2026. Rimane, come sottolinea il governo, il controllo successivo sulla gestione, in base al quale la Corte dei Conti verifica la legittimità e la regolarità delle gestioni, il funzionamento dei controlli interni a ciascuna amministrazione, la rispondenza dei risultati dell'attività amministrativa agli obiettivi stabiliti.
All'interno del decreto, tra le altre cose, sono contemplati il rafforzamento degli organici della P.A. nelle sue diverse articolazioni centrali e territoriali, con particolare riguardo alle strutture e agli uffici preposti all'attuazione del Pnrr; la possibilità per le amministrazioni che sono qualificate come "soggetti attuatori" del Pnrr di conferire a personale esterno incarichi dirigenziali oltre i limiti previsti; norme per la cancellazione della parola “razza” dagli atti della P.A. e la possibilità per i forestali di usare lo spray al peperoncino contro gli orsi.
Barbara Costamagna