La maggioranza affronta al Senato il primo ostacolo del percorso che in settimana metterà a dura prova la tenuta dell’alleanza fra Lega e 5 Stelle.
Nell’aula di Palazzo Madama è giunto infatti il testo del decreto sicurezza bis, una serie di misure predisposte dal ministro dell’interno Matteo Salvini per la tutela dell’ordine pubblico e il controllo dell’immigrazione.
Provvedimenti come la confisca delle navi delle Ong che non rispettino i blocchi dei porti predisposti dal governo, hanno scatenato le proteste del centro sinistra, ma anche nei 5 Stelle ci sono dei dissensi, tanto da spingere il governo a porre la fiducia.
La decisione ha di fatto impedito a Forza Italia e Fratelli d’Italia di votare il provvedimento, ma soprattutto rischia di acuire lo scontro in atto nella maggioranza.
Proprio per verificare quanti senatori dei 5 Stelle non voteranno la fiducia sul decreto sicurezza, Matteo Salvini ha annunciato la sua presenza in aula. Forza Italia e Fratelli d'Italia dovrebbero uscire, garantendo la maggioranza dei presenti, ma se il provvedimento bandiera della Lega passasse solo grazie al non voto degli altri partiti, si aprirebbe un serio problema politico.
Lo scontro fra Lega e 5 stelle è evidente, e da Milano Marittima, Matteo Salvini ha lanciato i propri ultimatum ai 5 Stelle: votare la fiducia al decreto sicurezza, ma anche avallare capitoli difficilmente digeribili da Di Maio e i suoi, come le trivellazioni in Adriatico, la sanatoria per l'Ilva, la Gronda a Genova, i termovalorizzatori e l'autonomia. Chi vota contro alla Tav, ha poi aggiunto in rifermento alla mozione presentata dai Grillini, "metterà a rischio il governo".
Un clima che sembra portare di giorno in giorno sempre più vicino alla crisi, in una campagna elettorale continua.
Alessandro Martegani