Ormai da un mese i bambini e i ragazzi italiani sono costretti a fare lezione a distanza. La chiusura delle scuole e le misure di contenimento del virus hanno determinato un cambiamento radicale nella vita delle giovani generazioni del paese e anche in quella dei genitori.
Nonostante l’assenza di esperienze precedenti in questo senso, le piattaforme informatiche di cui disponevano gli istituti sono diventate uno strumento fondamentale, i ragazzi hanno accettato la sfida, i docenti, con una dedizione spesso esemplare, si sono messi in gioco utilizzando mezzi nuovi come le video lezioni e le verifiche a distanza, le famiglie hanno collaborato, e il sistema per ora sembra reggere, convolgendo 6,7 milioni di alunni, anche se solo il 67 per cento delle scuole che hanno avviato le lezioni a distanza prevedono delle forme di valutazione.
La scuola a distanza richiede autodisciplina da parte degli studenti e docenti, mezzi informatici efficienti, e anche la partecipazione delle famiglie, messe di fronte a sfide nuove e nuove difficoltà, come ci racconta da Trieste Anna Di Paola, madre di sei figli.
“Stiamo vivendo in generale una situazione paradossale: è tutto fermo, dalla scuola alle attività, alle visite mediche. Noi abbiamo dovuto organizzare la scuola per quattro figli - racconta -, per fortuna gli ultimi due vanno alla scuola dell'infanzia, ma le difficoltà non sono mancate: avevamo un solo pc, e ce ne siamo fatti prestare uno dai nonni; per fortuna gli smartphone aiutano, anche perché le piattaforme che le scuole ci hanno indicato si possono caricare anche dai telefoni, ma bisogna gestire durante la giornata i vari orari di lezione online”.
“L'autodisciplina – continua - è uno dei problemi, soprattutto per i bambini che vanno alle scuole elementari: sono piccoli e hanno difficoltà nel guardare ogni mattina il computer, verificare se ci sono compiti, vedere l'orario delle lezioni, Tutto questo impegna noi genitori”. “Sicuramente la scuola italiana non era preparata a una cosa simile: c’è stata la buona volontà degli insegnanti che hanno cercato di far fronte alla situazione, ma anche l'impegno da parte dei genitori è tanto. Io oserei dire che siamo in home schooling: stanno andando avanti con il programma, ma i bambini non sono in grado di capire da soli quello che la maestra avrebbe spiegato in più ore a scuola, quindi i genitori sono impegnati costantemente”.
Una situazione di cui non si vede per ora la fine. La ministra dell’istruzione Lucia Azzolina non ha indicato una data, nemmeno generica, per una ripresa delle lezioni, e la possibilità che le scuole italiane non riaprano fino al prossimo settembre è sempre più concreta, così come soluzioni drastiche come una promozione generica per tutti, o gli esami di maturità on line. La ministra ha però annunciato la volontà di “mettere in campo nuovi strumenti per sostenere docenti e studenti, con un piano complessivo che possa guidare la Scuola nella prosecuzione di questo anno scolastico e guardando al prossimo”.
Il sistema scolastico intanto sta cercando di recuperare per dotarsi di mezzi che facilitino sempre di più le lezioni a distanza. Un decreto ministeriale prevede nuove risorse per un totale di 43,5 milioni di euro, e anche la regione Friuli Venezia Giulia in settimana ha annunciato un investimento da 4,7 milioni di euro per assicurare la banda ultra larga al 100 per cento delle scuole superiori, al 58 delle scuole medie, al 48 delle scuole elementari.
Alessandro Martegani