Foto: Radio Capodistria
Foto: Radio Capodistria

Un equivoco sfociato quasi nell'incidente diplomatico quello cha ha coinvolto il presidente del Consiglio italiano, Mario Draghi ed il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. La prevista comunicazione tra i due, vista la tremenda situazione in cui si trova l'Ucraina, non è avvenuta ed il premier italiano nella sua informativa alla Camera ha spiegato, visibilmente commosso, che si tratta di un momento veramente drammatico, con il presidente Zelensky nascosto da qualche parte a Kiev che aveva comunicato di non avere più tempo visto che lui e la sua famiglia sono l'obiettivo dei russi.

Un passaggio al quale lo stesso Zelensky ha replicato in modo piuttosto piccato e caustico, scrivendo sui social: "La prossima volta cercherò di spostare l'agenda bellica per parlare con Mario Draghi ad un'ora precisa", ha quindi tagliato corto Zelensky, che evidentemente ha frainteso le parole di Draghi.

Il premier italiano, in parlamento ha comunque spiegato che è previsto un secondo "pacchetto" di sanzioni "che includa membri della Duma non ancora sanzionati".

Draghi ha ricordato che le altre sanzioni in essere "includono misure finanziarie, come il divieto di rifinanziamento per banche e imprese pubbliche in Russia, il blocco di nuovi depositi bancari verso istituti di credito dell'Ue, misure sul settore dell'energia, sul settore dei trasporti, il blocco dei finanziamenti per nuovi investimenti in Russia e misure di controllo delle esportazioni, oltre alla sospensione degli accordi dei visti per passaporti diplomatici e di servizio russi".

Inoltre, il presidente del Consiglio ha precisato che il governo è al lavoro per approntare tutte le misure necessarie per gestire al meglio una possibile crisi energetica con una maggiore flessibilità dei consumi di gas ed un incremento dell'uso del gas naturale liquefatto importato da altre rotte, in particolare dagli Stati Uniti.

Sul conflitto in atto è intervenuto anche il presidente della Repubblica italiana, Sergio Mattarella, che ha affermato: "Non possiamo accettare che la follia della guerra distrugga quello che i popoli dell'Europa hanno costruito. Non ci si è limitati a risollevarsi dalle guerre fratricide del passato ma è stato fatto un grande sforzo per realizzare un mondo di reciproco rispetto e collaborazione. Un mondo che non intende veder calpestati i principi della convivenza. Bisogna tornare rapidamente alla normalità".

Davide Fifaco