Via libera alla terza dose dopo cinque anziché sei mesi, e una valutazione su una differenziazione delle restrizioni fra vaccinati e non vaccinati. Sono i due temi emersi dall’incontro fra i presidenti delle regioni e il governo italiano.
I governatori, visto l’aumento dei contagi che già dalla prossima settimana dovrebbe portare alcune aree in giallo, hanno chiesto e ottenuto un incontro con l’esecutivo per rimodulare le misure alla luce dei risultati della campagna vaccinale.
Proprio nel corso dell’incontro è emerso l’orientamento dell’Aifa, l’agenzia italiana del farmaco, a favore dell’anticipo di un mese per la terza dose di vaccino, che potrà essere assunta dopo cinque mesi dalla seconda. “La terza dose di vaccino anti covid - ha detto il ministro della salute Speranza - è cruciale per proteggere meglio noi e chi ci sta accanto”.
Alla luce dell’andamento della campagna vaccinale, i governatori delle regioni chiedono anche che non si metta a rischio la ripresa, evitando restrizioni alle attività economiche. L’idea, ribadita un po’ da tutti i governatori anche se con sfumature diverse, è di differenziare i Green pass, consentendo alcune attività solo a chi è vaccinato o guarito, una sorta di “super Green pass”.
Si tratta di una linea che recentemente aveva sollevato dubbi all’interno dell’esecutivo che però non ha escluso di dare seguito alle richieste dei governatori, e di esaminare la questione nel prossimo Consiglio dei Ministri, giovedì, dopo un ulteriore passaggio con i presidenti di regione, che però chiedono provvedimenti in tempi rapidi.
Il presidente della Lombardia Attilio Fontana ha chiesto un Green pass che consenta attività solo a chi è vaccinato o guarito, per “tutelare la sicurezza delle aperture, la continuità delle attività commerciali e imprenditoriali – ha detto - e tutelare chi ha fatto proprio dovere, rispettando richieste dello Stato”. In particolare da parte dei governatori della Lega è giunta la richiesta di valutare le misure tenendo conto della situazione reale, senza chiusure inutili ed evitando di alimentare la paura.
“Le nuove misure – ha aggiunto il governatore della Calabria Roberto Occhiuto - non sarebbero una punizione nei confronti dei no vax, ma la conseguenza di una loro libera, e per me irresponsabile, scelta”. Non è mancato chi, come il presidente della Sicilia Nello Musumeci, ha chiesto esplicitamente di arrivare all’obbligo vaccinale, mentre Giovanni Toti, governatore della Liguria, ha proposto fra le altre cose di aumentare i controlli alle frontiere con i Paesi a maggiore circolazione.
Alessandro Martegani