Matteo Salvini ha parlato di un "attacco alla Lega a cinque giorni dalle elezioni", ma a rispondergli è Angela Barbaglio, la procuratrice di Verona che gestisce l'indagine su Luca Morisi, che ha affermato di non capire questa uscita visto che nulla è stato detto dai carabinieri.
Morisi, ex capo comunicazione della Lega, è indagato per "supposta cessione di sostanza stupefacente". Sono stati alcuni giovani, fermati in auto dai carabinieri e trovati in possesso di un liquido ritenuto stupefacente, ad indicare proprio in Morisi la persona da cui avevano ricevuto la sostanza.
Sul perché di questa inchiesta si parli solo ora, la Barbaglio ha spiegato che i carabinieri non hanno avuto alcun ruolo nella gestione di questa notizia e nessun interesse per gli effetti sull'elettorato, ricusando ogni possibile strumentalizzazione.
Scintille, inoltre, tra Salvini ed il suo vice, Giancarlo Giorgetti, dopo l'endorsement di quest'ultimo a Carlo Calenda del quale il ministro dello Sviluppo economico ha detto che potrebbe vincere nella capitale se intercettasse i voti in uscita della destra.
Salvini ha causticamente risposto che Giorgetti "ha la competenza per ripartire dalle periferie, e non dai salotti di Calenda". Tensione alta anche con i governatori del nord, che sposano la linea prudente del governo sulle nuove aperture e capienze per sport e spettacolo, mentre l'impaziente Salvini invoca ancora l'apertura totale.
La sensazione è comunque che il segretario della Lega, ormai accerchiato da più fronti, cerchi di tenere insieme un partito sempre più in subbuglio anche a causa del caso Morisi, difeso da Salvini ma apparentemente già condannato dalla base.
Davide Fifaco