Annunciate per domani manifestazioni in decine di città italiane da parte di chi si oppone all'obbligo di Green pass. Sale la tensione, tanto che il Viminale pone massima attenzione e di intesa con Palazzo Chigi ha predisposto rigidi apparati di sicurezza, per non ritrovarsi nuovamente nella situazione di Roma dello scorso sabato. Il governo comunque continua a ribadire che non si cambia, si va avanti con il Green pass.
Fonti dell'esecutivo comunque smorzano i timori di una paralisi generale del Paese e non ci si aspettano supermercati vuoti e tutti i porti bloccati. Si attende di capire se l'impatto dell'obbligo di certificazione nei luoghi di lavoro porterà un aumento di vaccinazioni o un'impennata di richieste di tamponi cui far fronte. Ma il governo ritiene di aver introdotto tutti gli strumenti per consentire alle aziende di gestire i controlli e ai lavoratori di essere preparati, anche calmierando il prezzo dei tamponi.
Annunciata fermezza nei confronti di chi approfitterà delle proteste per provocare disordini o bloccare il Paese, pur garantendo il diritto ad esprimere la propria opinione.
Tra le situazioni più problematiche sicuramente quelle relative ai porti, in particolare a Trieste, dove 950 portuali, il 40% del totale, non è in possesso del Green pass. I rappresentanti di categoria hanno rifiutato qualsiasi tentativo di mediazione ed hanno rispedito al mittente anche la raccomandazione del Viminale che sollecitava le aziende a mettere a disposizione tamponi gratuiti al personale.
Da capire se all'iniziativa di Trieste si unirà anche lo scalo di Genova, dove solo il 20% dei lavoratori non è in possesso di certificazione e dove per ora si registrano le proteste dei camionisti nel principale terminal. Non dovrebbero invece esserci problemi a Napoli e Salerno così come a Ravenna, nei porti pugliesi e in quelli di Livorno e Piombino.
Intanto la Commissione di garanzia ha comunicato al ministero dell'Interno l'irregolarità dell'astensione dal lavoro che il Coordinamento lavoratori portuali di Trieste ha proclamato intanto dal 15 al 20 ottobre: per la Commissione è fuori dalla legge. Da capire anche cosa accadrà nei trasporti pubblici, nelle fabbriche e nelle grandi aziende. Ad esempio, all'Elettrolux, dove il 23% dei 1.430 dipendenti non ha il pass, è già stato annunciato uno sciopero di 8 ore.
Infine, dall'ultimo testo del Dpcm con le linee guida sulle verifiche del green pass sul lavoro, pubblicato sul sito di Palazzo Chigi, è saltata la parte relativa alla previsione del limite di 48 ore di anticipo entro cui chiedere la verifica del certificato.
Davide Fifaco