L’Italia non intende istituire controlli al confine con la Slovenia. Sono parole chiare quelle pronunciate dal ministro dell’interno italiano Matteo Piantedosi al termine dell’incontro avuto a Roma con l’omologo sloveno Boštjan Poklukar, e dedicato in gran parte al tema dei migranti.
Lunedì scorso il leader della Lega Matteo Salvini aveva ipotizzato un ritorno dei controlli alle frontiere se la Slovenia non avesse accettato i rimpatri immediati. Questo fatto, accanto alla dichiarazione dello stato di emergenza nazionale sui migranti da parte dell’Italia, aveva fatto salire la tensione, ma Lubiana e Roma continueranno a gestire gli arrivi lungo la rotta balcanica in collaborazione: Piantedosi ha garantito che non ci saranno controlli al confine con la Slovenia.
Poklukar ha ricordato che l'accordo fra Lubiana e Roma definisce già chiaramente i criteri per i rimpatri: la Slovenia può riaccogliere solo i migranti giunti in Italia dal territorio sloveno, fermati in zona di frontiera e che non hanno presentato domanda di protezione internazionale in Italia.
Per quanto riguarda l'annuncio delle autorità austriache che estenderanno i controlli alle frontiere
con Slovenia e Ungheria, Poklukar ha detto a RTV Slovenia di essere “sorpreso” dalla decisione, e ha descritto la misura come non necessaria.
Lo stato di emergenza nazionale proclamato dal governo italiano, ha aggiunto Poklukar, non influirà sull'attuale situazione al confine: “Al momento gli accordi che abbiamo con la Repubblica Italiana stanno funzionando – ha ricordato -, la cooperazione della polizia nelle pattuglie miste è eccellente, e quest'anno la polizia slovena ha ricevuto 32 persone dalle autorità italiane”.
“L'Italia – ha concluso - non chiuderà il confine e non prenderà ulteriori misure”.
I due ministri hanno comunque concordato sul fatto che il numero di attraversamenti della frontiera non autorizzati lungo la rotta balcanica è aumentato, "ma la situazione nel sud Italia è attualmente anche peggiore", ha ricordato Poklukar, definendo comprensibile la decisione del governo italiano di dichiarare lo stato di emergenza.
I due ministri hanno anche convenuto che è necessario essere più efficienti nel proteggere le frontiere esterne dell’Unione europea.
Alessandro Martegani