Foto: EPA
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Non sarà una partita come le altre. Per il match di Nations League tra Italia e Israele lo Stadio Friuli è stato circondato da barriere di sicurezza alte più di due metri, con cordoni di pre-filtraggio a delimitare la zona rossa, off-limits già da venerdì scorso. Imponente anche il dispiegamento delle forze dell'ordine, con 450 agenti giunti da tutto il Nord Italia. Si tratta di una serie di misure di sicurezza che obbligheranno i tifosi ad arrivare in anticipo al Bluenergy Stadium, poiché i controlli saranno lunghi e rigorosi. In tutte le strade attorno all'area dello stadio sarà vietata la sosta e la viabilità attorno alla struttura è stata modificata fino alle 12 di martedì.
Il calcio giocato però, come detto, è solo una parte della storia legata alla quarta partita del girone B. Sono stati venduti poco più di 11 mila tagliandi, mentre sono attese 4mila persone al corteo pro-Palestina che si terrà nel centro della città qualche ora prima. "Giustizia, solidarietà con gli oppressi al fianco del popolo palestinese e libanese" è lo slogan rilanciato dal Comitato per la Palestina Udine, che ha rinnovato l'invito a dire "no" alla guerra con una marcia di protesta. Un modo per mostrare un altro volto della città di Udine - c'è scritto in una nota del comitato - non quella della indefessa complicità alla barbarie, non quella dei mediocri voltafaccia. Un riferimento questo al sindaco di Udine, Alberto Felice De Toni, che contrariamente a quanto stabilito all'inizio ha deciso di concedere il patrocinio per la partita. Una Udine blindata e divisa quella che si ritrova intorno al calcio, come non era mia capitato finora.

Valerio Fabbri