Foto: Radio Capodistria/Reuters
Foto: Radio Capodistria/Reuters

È una partita che oppone il Quirinale alla Lega quella che si sta giocando sui nomi dei ministri del prossimo governo e al momento nessuno sembra prevalere.
Il nodo è sempre il ministero dell'economia al quale la Lega vuole far arrivare Paolo Savona, economista dichiaratamente critico su Euro ed Europa, ma considerato non accettabile da Sergio Mattarella, contrario alla nomina di ministri che non diano garanzie sul rispetto degli impegni europei.
Il Premier incaricato Giuseppe Conte, salito anche al Quirinale per consultarsi con il Capo dello Stato, per ora non sembra riuscire a trovare la strada per chiudere sulla lista dei ministri e non ha voluti fare previsioni sui tempi per sciogliere la riserva. "È un'interlocuzione tra il Presidente della Repubblica e il presidente del Consiglio incaricato - ha detto il presidente della Camera Roberto Fioco -, lasciamo a loro. Io spero che si vada avanti".
L'incertezza è alta, tanto fa far tornare in primo piano l'eventualità di elezioni anticipate, Matteo Salvini non è disposto a cedere né ai richieste del Quirinale, né alle indicazioni che giungono dall'Europa "Daremo al presidente del Consiglio incaricato i nomi dei ministri della Lega che sono pronti a lavorare per il bene dell'Italia - ha detto -: passi indietro la Lega ne ha già fatti abbastanza, se qualcuno rallentasse ancora questo processo di cambiamento facendo saltare 15 giorni di lavoro e sacrificio, sarei ancora arrabbiato".
Sull'Italia però pesa anche la pressione dei mercati con lo Spread che ha raggiunti i massimi livelli degli ultimi anni come ha immediatamente sottolineato anche il Pd: "Lo spread sale ai massimi dal 2013, - ha detto Matteo Renzi - dai prossimi giorni i mutui per le famiglie costeranno di più, l'accesso al credito per le piccole imprese sarà più difficile e pagheremo di più gli interessi sul debito pubblico, e i colpevoli sono Salvini e Di Maio".
Un segnale di distensione è invece giunto da Bruxelles "Lega e 5 stelle - ha detto il commissario al Bilancio Günther Oettinger - non hanno alcun interesse a che si verifichi il peggio".