Anche quest’anno, come avvenuto nel 2023 ma per motivi di salute, la tradizionale conferenza stampa di fine anno della Premier italiana è stata spostata, a dopo l’Epifania. Giorgia Meloni si è presentata di fronte a una platea di decine di giornalisti per sottoporsi a quaranta domande coordinate dal presidente dell’Ordine dei giornalisti, Carlo Bartoli.

Non ritengo di dovermi difendere dalla previsione di rappresentare un limite o un problema per la libertà di stampa o per la democrazia".

Giorgia Meloni

Proprio Bartoli ha posto il primo e delicato tema, quello dei rapporti fra la Premier e l’informazione, sottolineando da una parte la produzione di norme che limitano la libertà di stampa, dall’altra la tendenza a evitare il confronto con i giornalisti (lo scorso anno i vertici della Federazione Nazionale della stampa non erano andati all’incontro per protesta).
Le critiche però sono state immediatamente rinviate al mittente da Giorgia Meloni: “Non ritengo – ha detto - di dovermi difendere dalla previsione di rappresentare un limite o un problema per la libertà di stampa o per la democrazia. Sento dire che io non risponderei spesso alle domande dei giornalisti. Ho fatto fare un calcolo: ho risposto nel 2024 a 350 domande, più di una al giorno". Piuttosto, ha aggiunto, “mi capita sempre più spesso di trovare virgolettati sui giornali, dichiarazioni che non solo non ho mai detto e pensato ma spesso vengono riportati fatti non avvenuti”.

Non poteva mancare il tema della liberazione di Cecilia Sala, forse il più grande risultato, soprattutto al livello mediatico, ottenuto dalla Premier in due anni, e in generale dei rapporti fra il governo Meloni e la prossima amministrazione americana dopo il viaggio lampo in Florida della Premier. Meloni ha sottolineato la soddisfazione per l’avvenuta liberazione, affermando di aver vissuto la vicenda con emozione.
“Ieri - ha detto - è stata una bella giornata per l'Italia intera, per il sistema Italia per le tante persone che ci hanno lavorato, una bella giornata per me e vi farò una confessione: tra le molte cose che accadono quando si ricopre un incarico complesso come il mio, posso dirvi che non ho provato un’emozione più grande in questi anni rispetto a quando ho detto alla madre di Cecilia che sua figlia tornava a casa”.

Con SpaceX abbiamo interlocuzioni che rientrano nella normalità. Si tratta di mettere in sicurezza alcune comunicazioni sensibili e delicate, parlando con il soggetto tecnologicamente più avanzato per questo lavoro, perché non ci sono alternative pubbliche".

Giorgia Meloni

Si tratta però, ha detto Meloni, di un processo che continua, d’interlocuzione con Teheran così come con la nuova amministrazione americana. In questo quadro ha confermato anche i contatti con SpaceX, la società di Elon Musk che potrebbe fornire a Roma l’accesso ai propri satelliti per comunicazioni sicure. Meloni, tradizionalmente restia ad affidare a società estere settori strategici per il Paese, non ha escluso di affidarsi a SpaceX, anche perché, ha detto, al momento non c’è nessun altro in grado di fare questo lavoro. “SpaceX ha illustrato al governo la tecnologia di cui dispone, che consente comunicazioni in sicurezza a livello nazionale e soprattutto planetario, e per noi significa soprattutto garantire comunicazioni sicure nel rapporto con le sedi diplomatiche e con i contingenti militari all'estero, che sono molto delicate. Si tratta di interlocuzioni che rientrano nella normalità. Neanche io personalmente ho le idee chiare si questa vicenda: si tratta di mettere in sicurezza alcune comunicazioni sensibili e delicate, parlando con il soggetto tecnologicamente più avanzato per questo lavoro, perché non ci sono alternative pubbliche”.

Il tema di Elon Musk e dei rapporti la Premier è poi tornato più volte nel corso della conferenza stampa, con Meloni che ha confermato difeso il fondatore di Tesla e anche la gestione del social X, affermando che garantisce libertà di parola a tutti, al contrario, ha aggiunto, di altri Social, un problema, ha detto, “che io avevo posto in tempi non sospetti”. Musk "non è un pericolo per la democrazia", ha assicurato la Presidente del Consiglio, sostenendo invece che vi siano in altri casi d’ingerenze quando "persone facoltose usano le risorse per finanziare in mezzo mondo partiti e associazioni per condizionare le politiche, come nel caso di Soros". "Io non prendo soldi da Musk – ha detto - semmai l'hanno presi da Soros: io il pericolo per la democrazia non lo vedo”.
La Premier ha poi confermato il percorso di riforma sia della Giustizia, sia sul premierato, entrambe in discussione in Parlamento, e manifestato la volontà di chiudere anche una serie di testi unici entro il 2025. "Se ci riusciamo, io vorrei fare in questa legislatura anche i referendum, ma per me l'importante è portare a casa le riforme e consentire agli italiani di esprimersi su queste materie”. Si sta lavorando, ha aggiunto, anche a una legge che tenga conto delle riserve della Corte costituzionale sull’autonomia differenziata, e sulla legge elettorale, che però è strettamente legata alla riforma sul premierato. Chiusura invece sul terzio mandato per i governatori di regione, questione che coinvolge anche il Friuli Venezia Giulia, con Meloni che ha ribadito la decisione del Governo d’impugnare la legge regionale della Campania che autorizzerebbe il terzo mandato del governatore De Luca.
Spazio anche alla vicenda dei centri per migranti realizzati in Albania, che, ha detto la Premier, non sono stati messi in discussione dalla Corte di cassazione (al contrario di quanto deciso dai giudici ordinari), e su cui si attende il giudizio della Corte di Giustizia europea. “L'Italia ha depositato le proprie valutazioni. Dalle interlocuzioni con gli altri partner europei, so che la maggioranza dei Paesi europei sosterrà la posizione italiana davanti alla Corte. Le nostre motivazioni sono in linea con il patto d’immigrazione e asilo. Aspetterei a vedere cosa accade”.

Le dichiarazioni di Trump dichiarazioni rientrano nel dibattito a distanza fra grandi potenze. Un modo energico per dire che gli Usa non rimarranno a guardare di fronte alla previsione che altri grandi player globali muovano in zone di interesse strategiche per gli Stati Uniti e, aggiungo io, per l'Occidente”.

Giorgia Meloni

Riguardo i rapporti con Trump e le sparate del Presidente eletto, che ha minacciato l’invasione della Groenlandia e di Panama, la Premier si è detta non preoccupata: Il canale di Panama fu costruito a inizi del '900 dagli Stati Uniti, ed è fondamentale per il mercato mondiale e per gli Usa. La Groenlandia - ha continuato - è un territorio particolarmente strategico, ricco di materie prime: sono territori su cui negli ultimi anni abbiamo assistito a un crescente protagonismo cinese. Per il Canada si potrebbe fare un ragionamento simile". "La mia idea – ha spiegato - è che queste dichiarazioni rientrino nel dibattito a distanza fra grandi potenze. Un modo energico - ha osservato - per dire che gli Usa non rimarranno a guardare di fronte alla previsione che altri grandi player globali muovano in zone di interesse strategiche per gli Stati Uniti e, aggiungo io, per l'Occidente”.
Riguardo i dazi minacciati da Trump Meloni ha poi ammesso che per l’Italia “sarebbero un problema, ma non è una novità – ha aggiunto - che le amministrazioni americane pongano la questione dell'avanzo commerciale. Il protezionismo non è un approccio che riguarda solo l'amministrazione Trump”. “Penso che la soluzione dei dazi non sia quella giusta: faremo quello che dobbiamo fare per difendere” la nostra economia “parlando con gli Usa e l'Ue e credo che le soluzioni si debbano trovare”.

Alessandro Martegani