Il governo di centro destra in Italia non molla sulle concessioni Balneari: i ripetuti richiami da parte di Bruxelles, che ha ingiunto all’Italia più volte di mettere a gara le concessioni delle spiagge alle società che utilizzano le aree demaniali, prorogate per decenni sulla penisola, una sentenza della Corte di giustizia europea e gli stessi dubbi del presidente Sergio Mattarella sulla norma che stabiliva un’ulteriore proroga in attesa di una non meglio identificata mappatura dei lidi, non hanno spinto l’esecutivo a mettere a gare le concessioni.
Nell’ultima riunione fra il governo e i titolari delle concessioni, che spingono per un’altra proroga, il ministero delle Infrastrutture ha sottolineato come su 460 milioni di metri quadrati censiti dal Demanio, solo 80 milioni sarebbero occupati da stabilimenti e altre attività, quindi, aggiungono i concessionari, gli spazi non mancano, e si possono dare in concessione nuovi lidi non riassegnando quelli già occupati.
Si tratta di un tentativo di evitare la riassegnazione delle attuali concessioni, che però ben difficilmente sarà accolto da Bruxelles, perché la questione non riguarda questa o quella spiaggia, ma in generale il principio della concorrenza e dei servizi migliori ai cittadini, senza contare il fatto che le spiagge occupate sono la minoranza, ma anche quelle di maggior valore per posizione e natura.
C’è poi il tema della perdita di risorse per lo Stato, visto che le attuali concessioni per la maggior parte fanno pagare ai concessionari canoni risibili. Secondo i dati dell’Agenzia del demanio del 2022, pubblicati dall’Espresso, le attuali concessioni balneari valgono poco più di 55 milioni di euro l’anno a fronte di 10556 permessi, che però generano un fatturato annuo totale di 15 miliardi secondo le stime di Nomisma: fatti i conti, in media ogni spiaggia paga 5226 euro ma genera un ricavo di poco meno di un milione e mezzo. Soltanto 274 concessioni superano un canone annuo di 20 mila euro. Come se non bastasse non tutti pagano, perché lo stato ha incassato solo l’80 per cento degli affitti attesi.
Nonostante questo, e una procedura d’infrazione incombente, la lotta della maggioranza di centro destra contro la direttiva Bolkestein, che impone le gare per gli stabilimenti, continua e il governo cercherà una soluzione per prorogare ulteriormente le attuali concessioni entro fine anno.
Alessandro Martegani