Dalle nuove stime sul Covid-19 dell'Institute for Health and Evaluation, si prevede che il picco della pandemia, in Europa, si raggiungerà durante la terza settimana di aprile, con i contagi che si estendono a partire dal sud dell'Europa, nonostante l'attuale diminuzione di decessi attualmente registrata in Italia e Spagna. Secondo lo studio, in Slovenia si prevedono in totale 104 vittime del Coronavirus entro l'inizio di agosto; il picco dell'epidemia è previsto per martedì prossimo per quel che riguarda i contagi mentre il più alto numero di decessi si registrerà il 19 aprile, per poi azzerarsi al 1 maggio.
L'Italia ha superato la propria fase di picco ad eccezione della Calabria e della Puglia, e salvo un allentamento delle misure di distanziamento sociale la fine dell'epidemia dovrebbe arrivare il 19 maggio.
Abbiamo chiesto un commento a questi dati a Lorenzo Monasta, Dirigente Statistico di Epidemiologia clinica e ricerca sui servizi sanitari dell'Ospedale Infantile “Burlo Garofolo”, partendo dalla situazione in Slovenia: “la Slovenia ha preso delle misure in tempo rispetto alla diffusione, anche perché attorniata da Paesi che avevano un numero di casi più allarmante e questo ovviamente fa in maniera che le curve rimangano più basse, quindi possiamo dire che la Slovenia è andata molto bene. Il suggerimento ovviamente è anche la Slovenia mantenga queste misure fino a che non solo a livello sloveno ma anche nei paesi limitrofi ci sia un calo significativo, in maniera poi da prendere insieme a questi paesi delle misure che consentano di proseguire in modo più tranquillo nei prossimi mesi. Però la cosa migliore, ovviamente, è concordare queste misure specialmente fra Paesi che vanno a braccetto”.
Per quanto riguarda l'Italia: “Dovremmo aver raggiunto il picco della mortalità verso il 27 marzo e poi dovremmo aver raggiunto, invece, il picco anche per quanto riguarda i letti necessari per i ricoverati Covid-19, le terapie intensive e la necessità di ventilatori a livello nazionale dal 27 al 29 marzo e adesso dovremmo essere mano mano in discesa. Le misure di distanziamento sociale sono state fondamentali ed è stato visto, anche rispetto alla Cina, che sono servite in Italia a ridurre ancora di più, rispetto alla Cina, il tempo tra la decisione di prendere misure di distanziamento sociale e il picco. Quindi il tempo è stato modellato e si è visto è stato più corto rispetto alla Cina e questo tra l'altro è servito molto, non solo per modellare i dati italiani di altre regioni ,rispetto a quelli che son partiti prima come la Lombardia, ma anche a creare una modellistica migliore anche per gli Stati degli Stati Uniti, per ridurre diciamo la previsione del numero di morti totali che ci saranno anche negli Stati Uniti”.

Davide Fifaco

Foto: Reuters
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