È la 34 esima edizione del raduno della Lega a Pontida, il primo dopo due anni di pandemia, ma sembrano essere passati secoli da quello del 2019, quando Matteo Salvini era all’apice della sua popolarità, la Lega aveva ottenuto il 34 per cento e sembrava destinata a dominare il centro destra, e sulla spianata in provincia di Bergamo erano ospitate 75 mila persone.
Sono cambiate le condizioni, i comportamenti dei militanti, ma soprattutto è cambiano il sentimento verso il leader, Matteo Salvini, e anche verso il partito, risucchiato verso il 10 per cento dopo il 17 delle politiche del 2018.
Il raduno arriva fra l’altro a una settimana esatta dalle elezioni politiche, ma con non pochi grattacapi per Salvini e i suoi: oltre ai sondaggi che non soddisfano di certo il Carroccio, e che acuiscono la sfida con Giorgia Meloni per la leadership del centro destra, ci sono le polemiche sui finanziamenti dalla Russia. Tutti elementi che starebbero alimentando il malcontento all’interno del partito e contro il segretario, che sembra sempre più lontano da esponenti in ascesa, come il ministro Giancarlo Giorgetti, o i governatori Luca Zaia e Massimiliano Fedriga, che puntano a una Lega più istituzionale. C’è poi anche il disagio di leghisti della pima ora, lombardi, veneti e piemontesi, che accusano Salvini di aver abbandonato il federalismo e la difesa del nord.
Alcuni sono già pronti a scommettere questo sarà l’ultimo raduno di Pontida da segretario per Salvini, che in ogni caso si prepara al ritorno della festa storica della Lega. Da giorni operai e militanti volontari sono al lavoro per allestire l’area: ci saranno 38 gazebo e un palco alto dodici metri e largo 30, dal quale Salvini parlerà nel primo pomeriggio, dopo gli altri leader leghisti, di fronte ai militanti, che però non saranno certamente i 75 mila del 2019. Le previsioni parlano di 20 mila persone, che raggiungeranno Pontida su 200 pullman, ma anche con mezzi propri come camper furgoni e automobili.
Alessandro Martegani