L'emergenza coronavirus ha costretto molti negozianti ed esercenti a riorganizzare completamente le loro vite lavorative. A Trieste la ripartenza è stata buona, soprattutto per i bar che hanno visto molti clienti abituali ritornare al consueto caffè o aperitivo, ovviamente con il rispetto del distanziamento sociale, l'uso della mascherina, nessun contenitore di stuzzichini sui banconi e distanziatori nei pressi delle casse.I gestori dei bar parlano di incassi che raggiungono, a seconda dei diversi casi, dal 60 all'80% di quelli pre pandemia, mancano però ancora molti clienti-lavoratori che frequentavano i locali per la pausa pranzo ma che sono ancora in smart working, Decisamente più difficile la situazione di ristoranti e pizzerie, dove le percentuali di incasso si attestano appena al 10, 20% rispetto alle abitudini pre coronavirus. I ristoratori stanno ancora valutando come gestire la clientela in sicurezza. Prendono sempre più piede le prenotazioni a “fasce orarie”, ovvero a turni di un'ora tra un cliente e l'altro, in modo da garantire gli spazi adeguati alla situazione. Manca inoltre ed ovviamente tutta la clientela legata al turismo.
Va leggermente meglio per altre tipologie merceologiche. Il titolare di una gioielleria in centro città rivela che pur non essendo beni di prima necessità, i prodotti del suo negozio sono abbastanza richiesti. Il responsabile di una libreria afferma invece che il calo di vendite è ovviamente importante, ma l'orario di apertura ridotto e le chiusure domenicali contribuiscono al calo di clienti.
Completamente stravolte le abitudini di parrucchieri ed estetisti, che oltre alla gestione esclusivamente su appuntamento devono abituarsi alle norme sanitarie più restrittive ed alle pratiche di sanificazione. Norme igieniche che modificano anche l'approccio ai negozi di abbigliamento, ad esempio nella prova degli abiti, che però non hanno influenzato negativamente la clientela, visto che davanti ad alcune grandi catene si sono formate code, probabilmente per le persone che desideravano tornare finalmente alla normalità.
Davide Fifaco