Sembra complicarsi sempre di più, anziché spegnersi, il caso del generale Roberto Vannacci, alto ufficiale dell’esercito che ha scatenato la bufera dopo aver scritto e auto prodotto un libro, “Il mondo al contrario”, intriso di messaggi contro gay, clandestini, femministe, e comunisti.
Paradossalmente il dibattito più duro, e nemmeno troppo nascosto, si è sviluppato all’interno del centro destra dopo la decisione del ministro della difesa, Guido Crosetto, di Fratelli d’Italia, di avvicendare l'alto ufficiale alla guida dell'Istituto Geografico Militare.
Le prime puntualizzazioni sono giunte proprio da esponenti di Fratelli d’Italia, come Giovanni Donzelli, deputato del partito di Giorgia Meloni, secondo il quale “in un mondo libero si scrive ciò che si pensa: se stabilissimo che compito della politica è decidere la bontà delle idee sarebbe la fine della democrazia”. A favore del generale, e contro l’avvicendamento, si sono espressi anche Vittorio Sgarbi, che ha parlato addirittura di “regime”, e lo storico esponente della destra italiana, ex sindaco di Roma e ministro, Gianni Alemanno, che ha attaccato direttamente Crosetto che, ha detto, avrebbe "dovuto difendere l’onore del suo generale e demandare la questione alla giustizia militare”.
Nella polemica si è inserito anche il vicepremier e leader della Lega, Matteo Salvini, che acquisterà il libro, "perché – ha detto - prima di condannare e giudicare è giusto leggere, conoscere, capire", e perché "mi rifiuto di pensare che in Italia ci sia un Grande Fratello che dice cosa si può leggere e cosa no". Salvini ha anche telefonato direttamente al generale Vannacci, su cui sembra essersi scatenata una sorta di gara di sostegno interno alla destra, parallela alle condanne per i contenuti del libro.
Vannacci intanto conferma tutto quanto scritto nel testo, diventato fra l’altro un best seller su Amazon, primo in classifica, sorpassando anche le opere di Michela Murgia.
Le opposizioni, intanto, oltre ad appoggiare la decisione di Crosetto, invocano una presa di posizione da parte della premier Giorgia Meloni, che al momento non si è espressa sul caso del generale. Vannacci ha già ricevuto una proposta di candidatura da parte del partito di estrema destra Forza Nuova, e sembra corteggiato anche dalla Lega e da alcune frange di Fratelli d’Italia, ma a sostegno del generale si è espresso perfino un esponete storico del comunismo italiano, Marco Rizzo, che ha ipotizzato che la destituzione di Vannacci sia legata non tanto alle sue opinioni personali contenute nel libro, ma alle sue passate denunce sull’uso dell’uranio impoverito a cui avrebbe assistito nel corso delle missioni nei Balcani.
Alessandro Martegani